Giuseppe Failla
Dopo essere stato allievo dell'Accademia militare di Modena, era stato mandato in Montenegro con il 4° Reggimento alpini. L'8 settembre 1943, sottotenente della 24a Compagnia del Battaglione alpini "Intra", passò, con altri commilitoni, nelle file dei partigiani jugoslavi. Failla, al comando di un battaglione composto da alpini italiani e partigiani montenegrini, impegnò subito duramente i tedeschi e fu tra coloro che diedero vita alla Divisione "Garibaldi" nei Balcani. Un anno dopo cadde mentre tentava di soccorrere un suo soldato ferito. La motivazione della Medaglia d'Oro ricorda: "Datosi alla macchia dopo un mese di cruenta lotta contro i tedeschi in terra straniera ed immesso successivamente in un battaglione partigiano locale, ne diventava ben presto il più apprezzato combattente. Ferito in un accanito combattimento, assumeva egualmente il comando del battaglione e trascinava all'attacco vittorioso i suoi alpini ed i partigiani slavi. Declinata l'offerta di rimpatrio, combatteva ancora aspramente nelle file partigiane finché, colpito da una grave malattia ed abbandonato in posto, riusciva dopo infiniti stenti a raggiungere altre unità partigiane, ove diventava l'organizzatore e l'animatore di connazionali dispersi. In un durissimo combattimento difensivo, mentre più cruenta era la lotta, si slanciava in avanti per recuperare un soldato gravemente ferito. Nel generoso tentativo, indice dell'amore per i suoi soldati, cadeva colpito a morte, suggellando così un anno di lotte accanite, di eroismi senza pari, di sacrifici senza nome, per amore e per l'onore della Patria". Per ricordarlo, il Comune di Roma ha intitolato una strada a Giuseppe Failla.