Pietro Vergani
Organizzatore sindacale e giovane militante comunista dal 1924, Vergani nel 1928 era entrato nel PCdI clandestino. Tre anni dopo dovette darsi alla latitanza per evitare l'arresto. Espatriato clandestinamente, rappresentò a Colonia i compagni di Sesto San Giovanni al IV Congresso del Partito comunista. Mandato dal suo partito a Mosca, vi frequentò l'«Università leninista» e tornò poi in Italia, con l'incarico di organizzare la lotta antifascista in Liguria.
Il 7 ottobre 1933, Vergani fu arrestato a La Spezia e deferito al Tribunale speciale. Condannato nel giugno del 1934 a 7 anni e 6 mesi di reclusione, uscì dal carcere il 7 aprile 1941. Alla caduta di Mussolini, fu alla testa delle manifestazioni operaie di Sesto San Giovanni e di Cinisello e s'impegnò di nuovo nell'organizzazione della lotta clandestina.
Individuato e arrestato, nell'ottobre, dalla polizia delle repubblichina di Salò, riuscì a tornare in libertà nel gennaio del 1944. Ispettore delle Brigate Garibaldi che si andavano costituendo in Lombardia, nel giugno del 1944 divenne comandante (col nome di battaglia di "Fabio"), del CVL regionale, per essere poi nominato vicecomandante del Corpo Volontari della Libertà.
Dopo la Liberazione, decorato al valor militare, fu vice segretario della Federazione milanese del PCI e rappresentante del suo partito nel CLN di Milano. Membro del Comitato centrale del PCI dal Congresso del 1949, Pietro Vergani divenne in quell'anno segretario della Federazione comunista di Pavia. Eletto senatore in quel Collegio nel 1958, nel 1963 fu confermato nell'incarico istituzionale. Era deputato comunista alla Camera dalle elezioni del 1968, quando mancò prematuramente.