L'Italia e la faccia di Renzi
In partenza per un necessario - anche se breve - periodo di riposo, scrivo rapidamente qualche annotazione sulla nascita del nuovo Governo, riservandomi di intervenire ancora sul tema quando ci sarà stato il dibattito parlamentare e si sarà visto il completamento del Governo, con sottosegretari e viceministri e si saranno intraviste le prime mosse.
Ho già detto alcune cose ed espresso contrarietà e riserve, su questa materia, nel numero precedente (n. 108) della news e ad esso non posso che rimandare.
Gli ulteriori passi compiuti nella settimana ne sono un esplicita e consistente conferma. Renzi ha avuto l’incarico dal Presidente, immagino con molta soddisfazione, visto che questo è l’obiettivo che sta perseguendo, con costanza, da molti mesi (se non da anni); ed ha formato il nuovo Governo. Che dire? L’apparenza c’è: un Governo (quasi) nuovo, un numero limitato di ministri (ma sembra che ci saranno molti sottosegretari e viceministri, in modo che alla fine tutti saranno contenti), un’età media molto bassa, una consistente presenza femminile. Basta, questo, per essere tranquilli?
Io penso di no, perché i problemi che il Governo ha di fronte sono immensi e l’improvvisazione certamente non basta. E di improvvisazione bisogna parlare dal momento che un vero programma non si è ancora intravisto, se non per dichiarazioni che, a volte, raggiungono il livello dell’assurdo (una riforma al mese e – in pochi mesi – tutto è risolto!) e a volte lo superano per entrare nell’ambito della non conoscenza dell’entità dei problemi. Ci sarà, certo, il discorso davanti alle Camere (anzi, credo che al momento in cui uscirà questa news ci sarà già stato); ma i discorsi, si sa, contano relativamente. Se quello di Letta, all’inizio ci impressionò per la vastità degli orizzonti e la complessità delle promesse (non sempre attendibili), cosa potrà dirci di più il nuovo Presidente, per essere credibile?
Sarà difficile perché, in partenza, un Presidente che ha detto e disdetto, che ha fatto affermazioni perentorie e poi le ha tranquillamente smentite, quale affidamento può darci e quale credibilità può pretendere?
Ovvio che giudicheremo dai fatti, dunque. Allo stato, bisogna dire, purtroppo, che quel cambiamento radicale della “politica” che vado auspicando da sempre da queste colonne, non solo non si è visto, ma anzi abbiamo assistito a cose che sanno di antico e della politica più bisognosa di essere riformata. Ed alludo non solo all’operazione di “sostituzione” del precedente Presidente del Consiglio, ma alludo anche al manuale Cencelli, largamente utilizzato nella formazione del Governo, alludo al fatto che sono stati allontanati Ministri o che avevano bene operato solo perché bisognava dare un segno di discontinuità; ed alludo, infine, a qualche presenza di troppo nel nuovo Governo, che non sembra aver giustificazione alcuna e sulla quale si sta già intrattenendo la stampa, almeno da quando si è appreso di una certa cena in casa Berlusconi, a cui sarebbe auspicabile che un Ministro non avesse partecipato, anche se allora non era ancora tale.
Resta poi, ancora, lo “sdoganamento” del sig. Berlusconi, operato più volte in questo periodo (accordo iniziale, incontri ufficiali e non, talora di notevole lunghezza, ecc.) e completato con l’ingresso nel Quirinale di un condannato in via definitiva, in attesa di esecuzione della pena, condannato in primo grado, per un reato non meno grave, ad altra pena rilevante e sottoposto ad altri giudizi per reati tutt’altro che irrilevanti. Non è solo responsabilità di Renzi; ma lui ha creato le premesse; e non sono riuscito ancora a convincermi che sia da ritenersi superata la vecchia convinzione che l’ingresso al Quirinale debba essere riservato solo a coloro che lo meritano (si ritiene necessario, in alcuni casi e in altri, opportuno, l’abito scuro, ma poi se dentro quell’abito c’è una fedina penale sporchissima, la contraddizione è stridente).
Qualche giornale ha parlato di una sorta di “quinta colonna” di Berlusconi, all’interno del Governo. Penso e spero di no; ma si parla anche di un possibile conflitto di interessi. A me sembra necessario che il Governo parta nella chiarezza, altrimenti tutto sarà come prima, quando Letta si tenne personaggi divenuti scomodi e l’unica a pagare fu la più “debole”.
Concludo: staremo a vedere, sperando che la gioventù presente nel Governo sappia imporre la sua “purezza” e sappia imparare rapidamente un “mestiere” che porta con sé enormi responsabilità. Ricordando che se il Presidente del Consiglio ha detto che lui “ci mette la faccia”, la verità è che questo potrebbe essere affar suo, ma il fatto è che se la faccia si perde, in questo caso va in rovina il Paese. E che questo non avvenga è, ovviamente, interesse di tutti.
Carlo Smuraglia, Presidente nazionale dell'Anpi