Milano: "No al fascismo, per dignità, non per odio"
Protesta a Milano per l'atteggiamento della polizia a un presidio democratico, allarme per l'estendersi delle iniziative neofasciste ma anche mobilitazione per dire no al fascismo "per dignità non per odio". Mobilitazione che culminerà sabato 29 ottobre, alle ore 17,30, con
un presidio alla Loggia dei Mercanti sotto la quale sorge il sacrario dei cittadini milanesi caduti per la libertà e dei deportati scomparsi nei lager nazisti.
"Bisogna tornare rapidamente ai valori di fondo che ispirano il nostro sistema democratico, non tollerando i tentativi eversivi, le nostalgie di un tempo fortunatamente passato, le speranze di rivincita. Milano vuole continuare a riaffermare la propria vocazione antifascista e democratica", sottolinea il Comitato Permanente Antifascista contro il Terrorismo per la Difesa dell’Ordine Repubblicano che ha indetto la manifestazione. (Segreteria organizzativa: Via S. Marco, 49 – Milano Tel. 02/76023372/73 - Fax: 02/784675).
Ma andiamo per ordine. La decisione è stata presa anche per quanto accaduto al presidio antifascista autorizzato di sabato 8 ottobre in Piazza Miani contro l'inaugurazione alla Barona, in via Tosi, della sede provinciale della Fiamma Tricolore-Destra sociale, indetto dal Comitato Antifascista per la difesa della democrazia e dal Coordinamento ANPI di zona sei, ha visto la partecipazione di circa duecento cittadini, del segretario della Camera del Lavoro di Milano, Onorio Rosati, di alcuni Consiglieri comunali e di zona, dei partiti democratici, delle associazioni e i movimenti del nostro territorio presenti con le loro bandiere e i loro simboli.
Dopo gli interventi, aperti a tutti, davanti alla lapide, che ricorda i caduti partigiani della Barona, i partecipanti al presidio hanno tentato di fare un breve corteo per le vie limitrofe, e poi terminare la manifestazione nuovamente in piazza Miani. La polizia si è schierata, in un’ora circa si sono sovrapposti e alternati al comando diversi funzionari, alimentando direttive e ipotesi non sempre chiare e precise, e nonostante il tentativo di mediazione di Rosati e dei Consiglieri comunali, hanno poi impedito qualsiasi spostamento al di fuori della piazza, eseguendo nello stesso tempo delle cariche contro i cittadini, che si stava predisponendo al corteo, e colpendo il Consigliere comunale Luca Gibillini, e il consigliere di zona Claudio Rovelli, che tentavano di frapporsi alle azioni decise e chiedendo motivazioni in merito.
Rilevano in un comunicato il Comitato antifascista per la difesa della democrazia di zona sei Milano, il Coordinamento ANPI Milano zona sei e Milano 13: "Nell'esprimere ai consiglieri la solidarietà dell’ANPI, e del Comitato Antifascista di zona sei sottolineiamo che l’iniziativa di protesta si stava svolgendo in modo del tutto pacifico e vedeva la partecipazione sia dei promotori, sia dei cittadini della zona Barona. Questa partecipazione era tanto più sentita, quanto più chiare erano, e sono, le ragioni dello sdegno dei cittadini di un quartiere che ha avuto oltre trenta caduti nella lotta antifascista. In un quartiere della zonasei di Milano, medaglia d’oro della Resistenza, l’apertura di sedi di organizzazioni fasciste che perfino nei loro simboli inneggiano alla morte, al razzismo, all’antisemitismo, al totalitarismo nazifascista e alla violenza non può che essere vissuto dalla cittadinanza come un insulto allastoria e alla Costituzione che proprio dalla lotta antifascista è nata".
L’ ANPI di zona e il Comitato Antifascista locale ritengono che il comportamento delle forze dell’ordine e della Questura non sia stato pienamente volto a mantenere il clima sereno della manifestazione, infatti, le stesse hanno assunto inizialmente una posizione quasi possibilista rispetto alla richiesta di compiere il breve corteo conclusivo (vista anche la totale tranquillità che aveva contraddistinto il presidio) ma in seguito hanno senza apparente motivo, modificato tale atteggiamento assumendo una posizione d’estrema rigidità.
Nel corso degli ultimi anni a Milano, città Medaglia d'Oro della Resistenza, ha registrato il reiterarsi di manifestazioni e iniziative di tipo dichiaratamente fascista, con l'apertura di nuove sedi e di nuovi punti di riferimento. Ultime in ordine di tempo sono l'apertura di Casa Pound a Quarto Oggiaro e della sede della Fiamma Tricolore, appunto alla Barona. È inoltre preannunciata per sabato 29 ottobre 2011, una manifestazione nazionale di Forza Nuova a Milano contro "banche e usura", proprio in coincidenza con l'infausto anniversario della Marcia su Roma. Cui già tutta la città, ha risposto NO, organizzando nella stessa giornata e in contemporanea un presidio, manifestazione alla Loggia dei Mercanti.
"Milano - si anticipa - non può accettare tali provocazioni. Occorre un impegno comune, delle istituzioni, dell'associazionismo, dei cittadini affinché queste iniziative neofasciste abbiano finalmente a cessare e diventino improponibili nella nostra città che deve comunque compiere uno sforzo collettivo per riflettere sulle ragioni profonde dell'intensificarsi di questo fenomeno e sulle finalità che si propongono i movimenti neofascisti. "Mentre chiediamo alle Istituzioni e alle Forze preposte alla difesa dell'Ordine Pubblico, un intervento immediato per impedire lo svolgimento della manifestazione di aperta apologia del fascismo promossa da Forza Nuova, invitiamo tutti gli antifascisti e i cittadini di zona sei alla massima attenzione e vigilanza, e la partecipazione al presidio della loggia dei Mercanti".
"Chiediamo inoltre all’Istituzione a noi più vicina, il CDZ sei, di predisporre un’adeguata opera culturale e politica per far conoscere ai cittadini, cosa sia il fascismo e il razzismo. Un documento condiviso da far conoscere alla cittadinanza, in cui si ricordi il valore della Costituzione, in cui si evidenzi ancora una volta le radici di Milano e della nostra Repubblica. Bisogna tornare rapidamente ai principi e ai valori fondamentali che ispirano il nostro sistema democratico e non tollerare i tentativi eversivi. La città nel suo insieme, dai quartieri e dalle zone, deve tornare a esprimere appieno la sua vocazione antifascista e democratica".
“Il fascismo per me non può essere considerato una fede politica… il fascismo è l'antitesi di tutte le fedi politiche [...], perché opprime le fedi altrui”. Sandro Pertini.