Don Erino D'Agostini
Durante la Resistenza Don Erino D’Agostini era stato cappellano della “Natisone”. Catturato dai tedeschi mentre stava assistendo un partigiano ferito, don Erino (nome di copertura “Unio”), fu dapprima rinchiuso nelle carceri di Udine e poi deportato nel Lager di Dachau.
Anche nel campo di concentramento nazista continuò, di baracca in baracca, la sua opera di assistenza ai morituri di ogni nazionalità ed idea politica. Fortunosamente sopravvissuto, don Erino – ritornato in Italia in un grave stato di deperimento fisico - si affrettò ad iscriversi all’ANPI friulana, nella quale militò sino alla morte.
Il 14 agosto 2011, in occasione del centenario della nascita del sacerdote partigiano, che durante la Resistenza si era molto impegnato nel promuovere l’unità tra le formazioni partigiane garibaldine e osoviane in Friuli, gli è stata solennemente intitolata una piazza di Santa Marizza di Varmo.
“Unio” ha lasciato un diario dal titolo “Dalla montagna a Dachau”; si conclude con queste parole: “…chiudo la testimonianza compiuta in tempi di sopraffazione e continuo la Resistenza nel ricordo e nel perdono”.
Don Erino D’Agostini pubblicò le sue testimonianze sulla Resistenza, sulla detenzione nelle patrie galere di Via Spalato di Udine e sulla deportazione nel campo di concentramento di Dachau nel 1982 con il titolo “Dalla montagna a Dachau” e riproposte nel 2012, dalla Morganti Editori, con un nuovo titolo “Un prete a Dachau”.