Aldo Mirotti
Col fratello maggiore Giovanni, nei primi anni Trenta del secolo scorso aveva dato vita, nel Casalese e nel Lodigiano, a un'organizzazione antifascista clandestina. Arrestato, nel 1932 Mirotti era finito dinnanzi al Tribunale speciale, che lo aveva condannato a quattro anni e due mesi di reclusione.
Subito dopo l'armistizio, Aldo Mirotti iniziò la lotta partigiana divenendo commissario politico della Brigata GAP "Rubini" di Milano. Nel 1944 fu nominato ufficiale di collegamento per il Corpo Volontari della Libertà per le valli Brembana, Seriana e Cavallina. Caduto in un agguato e tradotto nelle carceri di Lodi, Mirotti, nel timore di non poter resistere alle torture, tentò il suicidio. Trasportato in ospedale, gli fu annunciata la sua condanna a morte.
Grazie all'aiuto di alcuni sanitari, Mirotti riuscì a evadere e a portarsi nella zona di Broni (Pavia), dove restò sino alla Liberazione. Rientrato a Casalpusterlengo, il CLN lo designò sindaco del Comune che, dopo la Prima guerra mondiale, era stato amministrato da suo padre, socialista, sino a che i fascisti non lo avevano destituito. Confermato nell'incarico istituzionale nelle elezioni del 1946 e sino al 1951, Aldo Mirotti fu poi eletto consigliere provinciale a Milano.
Dopo la sua scomparsa, la Sezione dell'ANPI di Casalpusterlengo gli è stata intitolata.