Vittorio Venagli
Il giovane toscano Vittorio Venagli frequenta la Facoltà di Medicina all'Università degli Studi di Pisa prima di essere chiamato al servizio di leva. È a Torino quando l'Italia è occupata dall'esercito del Reich. Sceglie di operare nelle formazioni partigiane dell'Oltrepò pavese, crocevia resistente di quattro regioni: Lombardia, Liguria, Emilia-Romagna e Toscana. Col nome di battaglia “Pisa”, in omaggio alla sua terra d'origine, Vittorio combatte nella 51ª Brigata Garibaldi “A. Capettini”. La sua è una formazione d'assalto formidabile: riuscita a sopravvivere ai rastrellamenti dell'agosto '44, in piena caccia all'uomo del nemico, ha costituito la Divisione “Aliotta” insieme alle garibaldine 87ª “Crespi” e 88ª “Casotto”, e alle brigate gielliste e socialiste.
A settembre la Divisione diviene protagonista della vittoriosa battaglia di Varzi e partecipa all'esperienza della locale Repubblica partigiana. Ma alla fine di novembre la zona libera cade sotto l'attacco di un nuovo e più massiccio rastrellamento: i nazifascisti hanno schierato le famigerate truppe mongole e calmucche della XIV Turkestan e si rivalgono sui contadini e i residenti. Mentre i componenti delle altre brigate si disperdono a piccoli gruppi per riuscire a filtrare oltre le linee nemiche, la “Capettini” resta nella Valle Staffora. I partigiani del luogo hanno la consegna di rifugiarsi nelle loro case, mentre chi viene da fuori come Vittorio deve trovare riparo durante il giorno tra i boschi di querce e castagni e la notte in alloggi temporanei.
L'11 dicembre la neve supera il mezzo metro a Monteforte, frazione di Varzi. Con Vittorio Venagli sono altri due compagni di lotta: Carmine Esposito, ferroviere leccese residente a Torino, e Flavio Zanonato, operaio padovano. Hanno tutti e tre vent'anni. All'alba vengono colti di sorpresa dai rastrellatori provenienti dal paese. Provano a reagire, ma infine soccombono mentre i nazifascisti bruciano le case del villaggio. Nel cimitero di Monteforte una lapide ricorda la loro morte. A Vittorio Venagli, fu concessa la Laurea honoris causa dalla Facoltà di Medicina dell'ateneo pisano e Ponsacco, suo comune di origine, gli ha dedicato una strada e un monumento posato di concerto col comune lombardo.