Enzo Galasi
Il tesserino rilasciato a Enzo Galasi dal CVL racconta una lunga e imponente attività partigiana: Divisione Mario Flaim, 85ª Brigata “Valgrande Martire”, Battaglione GAP Mendel, 3ª Gap - 2º distaccamento.
Il giovane Enzo, operaio, decide di non rispondere al bando di reclutamento della Repubblica Sociale e inizia a collaborare col padre Alfonso che già nel novembre 1943, insieme a Ruggero Brambilla e altre personalità dell'antifascismo milanese ha fondato uno dei primi GAP in città. La famiglia Galasi vive nel quartiere popolare di Dergano e la loro villetta diviene presto un importante punto di riferimento sia per il deposito d'armi sia come rifugio partigiano. Enzo si rivela abile nel falsificare i documenti e il GAP “Mendel” si distingue presto nella lotta contro l'occupante nazifascista per le audaci imprese compiute.
Il 2 agosto 1944 il Gruppo riuscirà a sottrarre un'enorme quantità di mitragliette nel reparto armi della Isotta Fraschini di Cavaria. L'operazione è realizzata con la formazione piemontese “Cesare Battisti”, la 127ª Garibaldi SAP di Gallarate e gli operai dello stabilimento automobilistico: vengono catturati i dieci militari tedeschi di guardia alla fabbrica e due autocarri carichi di mitra, munizioni e carburante vengono condotti dai partigiani Franco Spinelli, Brambilla, Passariello e Sala, travestiti da SS, fino a Piancavallo in Ossola. Le armi verranno distribuite anche alle formazioni piemontesi “Valgrande Martire” e “Perotti”.
Il GAP però fin dall'inizio delle attività subisce perdite durissime: nel dicembre '43 Carlo Mendel (al quale viene intitolato il Gruppo) e poi Capettini sono tra i fucilati all'Arena di Milano. Il gappista De Giuli, catturato, morirà in un lager nazista, mentre altri due, Sammarchi e Bassi, periranno uno a Cesio, l'altro giustiziato al Forlanini. Il 10 agosto '44 Bravin, Galimberti e Mastrodomenico sono trucidati a Piazzale Loreto. Nello stesso mese, in via Tibaldi, Abico, Alippi, Clapiz e Del Sale cadono sotto i colpi del plotone di esecuzione della legione Muti.
A settembre il padre di Enzo viene imprigionato dalla banda Koch a Villa Trieste. Torturato, non parlerà e riprenderà la lotta a novembre, non appena rilasciato. Nelle giornate insurrezionali il Gap “Mendel” comandato da Alfonso Galasi cambia la denominazione in 3ª Gap - 2º distaccamento.
Dopo la Liberazione, Enzo tornò al suo lavoro di fotoceramista e per tutta la vita ha mantenuto un ruolo attivo nel ricordare i compagni Caduti, tutelare e tenere vivi i valori della Resistenza.