Domenico Facelli
Militante nella gioventù socialista dal 1913, Facelli fu arrestato la prima volta nel 1916 per aver diffuso il manifesto delle Conferenze di Zimmerwald e di Kienthal contro la Prima guerra mondiale. Nel 1921, a Vercelli, il giovane operaio fu tra i promotori della nascita del PCd'I e tra gli attivisti più impegnati nella propaganda contro il fascismo nascente.
Arrestato nel 1927 per diffusione di stampa sindacale clandestina, Facelli scontò due mesi di carcere ma non rinunciò alla lotta. L'anno successivo, infatti, fu di nuovo arrestato e confinato per tre anni a Lipari. Col ritorno in libertà, ecco Facelli impegnato nell'organizzazione dello sciopero del 1931 delle mondine vercellesi.
Due anni dopo, nel marzo, eccolo (lui che lavora alla Chatillon), tra gli organizzatori degli scioperi contro la guerra e la fame nelle fabbriche della zona. Non a caso, alla caduta del fascismo, la designazione di Facelli a commissario provinciale per la ricostituzione dei sindacati nel Vercellese.
Dopo l'8 settembre 1943, col nome di copertura di "Pacifico", è tra gli organizzatori della Resistenza. Membro del CLN di Vercelli, Domenico Facelli è uno dei patrioti che, sino alla Liberazione, si battono nella Brigata SAP "Bolero".
Dopo la guerra, nominato segretario della Camera del Lavoro di Vercelli e consigliere comunale, Mini (come viene familiarmente chiamato) presiede anche l'ANPIA della sua città. È lui che nel 1984, ormai molto vecchio, scrive per L'Impegno un dettagliato resoconto dell'attività di comunisti e partigiani vercellesi durante la Resistenza. È sempre lui che, nel 1993, riceve dal periodico La Sesia il "Premio della bontà", riconoscimento per una vita spesa a favore degli umili e dei lavoratori.