Anna Maria Princigalli
Anna Maria Princigalli era figlia di un tenente colonello dell'esercito nato a Canosa di Puglia in provincia di Bari.
Nacque a Bergamo il 2 ottobre 1916, dove suo padre fu trasferito durante il conflitto. A guerra finita la sua famiglia rientra in Puglia.
Negli anni trenta studia filosofia della storia a Firenze con il professor Ludovico Limentani con cui avrebbe dovuto laurearsi. Ma Limentani sarà espulso perché ebreo. Sarà questo evento a far sorgere in lei gli ideali anti-fascisti. Si laurea quindi con Eugenio Garin. A Firenze si ammala di tubercolosi e sarà sottoposta ad un delicato intervento di chirurgia toracica a Milano, che comporterà l'esportazione parziale di un polmone. Sarà ricoverata nel sanatorio di Miazzina, in Piemonte, per trascorrere la convalescenza.
Nel giugno del 1944 proprio a Miazzina entra nella Brigata Valgrande Martire, con il nome di battaglia “Anna Maria” e successivamente della Divisione Mario Flaim dove è capo ufficio stampa e propaganda e parte del comando. Viene arrestata dai tedeschi, ma all'ultimo non viene giustiziata e sarà consegnata ai fascisti che la portano nelle carceri di Varese e di Milano. In seguito ad uno scambio di prigionieri potrà ricongiungersi alla Divisione Flaim. È tra le fondatrici e responsabili della rivista della Divisione Flaim, Monte Marona. In seguito si reca a Milano con Luciano Raimondi per lavorare assieme ad altri partigiani alla fondazione del Convitto Rinascita. Sempre a Milano farà parte della brigata universitaria, voluta da Antonio Banfi, e composta da ex partigiani per rinnovare il corpo accademico ed universitario milanese. Sarà poi inviata a Novara per dirigere l'orfanotrofio del Convitto Mario Preda di Novara che rappresenterà alle conferenze internazionali in Francia e Svizzera dei direttori dei convitti per orfani di guerra.
Si occupa dell'adesione dei Convitti Rinascita alla FICE, Fédération Internationale des Communautés des Enfants affiliata all'UNESCO. Dopo essersi specializzata in psicologia infantile prima a Ginevra con Jean Piaget e poi a Parigi con l'ex capo partigiano francese e psicologo Henri Wallon, rientra in Italia dove lavora presso l'asilo ANPI di Roma. Cerca d'introdurre nei Conviti Rinascita le nuove teorie pedagogiche apprese all'estero ed entra a far parte della redazione di Educazione democratica assieme a Rina Rinaldi, Gianni Rodari e Carlo Pagliarini. Purtroppo la sua malattia si aggrava, tanto da dover ritirarsi, poco più che quarantenne, da ogni attività lavorativa.
Dopo una lunga pausa, negli ultimi anni della sua vita, nel 1966, viene chiamata da Giuseppe Boffa e Giancarlo Pajetta a lavorare presso la scuola le Frattocchie a Roma. Si spegnerà tre anni dopo all'età di 53 anni.