Tommaso Quarantotto
Fu tra i fondatori del Circolo giovanile socialista del suo paese e poi della locale Sezione comunista. Attivo militante dell'antifascismo istriano, dopo aver subito arresti e persecuzioni di ogni genere, si risolse ad emigrare in Romania. Nel 1925, espulso da quel Paese, tornò in Italia. Ma anche qui, dopo aver lavorato a Milano e a Monfalcone, non poté fermarsi: altri arresti e soprusi indussero Quarantotto a riprendere, era il 1928, la via dell'esilio.
In Francia lavorò a Nizza e a Parigi e quando, nel 1930, ricevette un ordine di espulsione per la sua attività politica, decise di darsi alla clandestinità. Rimasto in Francia sotto falso nome, l'antifascista italiano, nel settembre del 1936, accorse in Spagna per arruolarsi nelle Brigate internazionali. Inquadrato nel Battaglione "Garibaldi" e poi nell'omonima Brigata, vi assolse il compito di intendente. Con la vittoria dei franchisti, Quarantotto tornò in Francia. Era il febbraio del 1939 e lo attendevano diciassette mesi di internamento ad Argeles-sur-Mer e a Gurs, ai quali seguirono, sino alla liberazione della Francia dagli occupanti tedeschi, la lotta nel maquis.
Tornato in Italia nel 1948, Tommaso Quarantotto ha svolto a Rovigno compiti di direzione politica. Sulle sue vicende ha scritto il libro autobiografico Memorie politiche di un comunista rovignese, pubblicato dopo la sua morte.