Umberto Scardaoni
L'antifascismo e le idee di riscatto e di democrazia Scardaoni le aveva maturate fin da bambino. Ha poco più di 11 anni quando, nell'aprile '45, la sua città insorge e si libera combattendo duramente contro l'esercito tedesco. Nel dopoguerra, la scelta di mettersi al servizio della comunità e l'interesse per il bene ambientale naturale e urbanistico andranno di pari passo con l'impegno politico. Entra nella FGCI, la Federazione giovanile comunista e nel 1970 ne diviene Segretario provinciale, carica che ricoprirà per un decennio; in seguito avrà ruoli da dirigente nel partito a livello nazionale. Nel 1982 viene eletto Sindaco della città della Torretta. Durante i due mandati, fino al 1987, dà il via a progetti di profonda ristrutturazione e recupero, quali il Priamàr e i giardini di piazza del Popolo, accanto a quelli di opere pubbliche ex novo, come il palazzo di Giustizia.
Nel 1987 è eletto in Senato, nelle liste del PCI, poi, con la svolta della Bolognina, Scardaoni aderisce al PDS, ma le sue energie si concentrano tutte nell'attività civile. Dirigente dell'ANPI, profondo sostenitore della cultura come motore democratico, è stato fino alla scomparsa Presidente dell'Istituto storico della Resistenza e dell'età contemporanea di Savona. Alla guida dell'ISREC, Umberto ha implementato iniziative, mostre e pubblicazioni, eventi con le scuole e le giovani generazioni, coinvolgendo prestigiosi intellettuali e scrittori. Tra le opere editoriali di gran pregio da lui realizzate vi è anche la collana dei Quaderni Savonesi.
Si era sempre battuto in prima persona in difesa dei valori della lotta contro il nazifascismo e della sua memoria. Nel 2013, al commissario prefettizio di Alassio che voleva rimuovere le insegne partigiane dalle celebrazioni della Festa della Liberazione, disse: “Quelli che sono morti per la libertà sarebbero scandalizzati sentendo che lo Stato censura il 25 aprile”.