Giovanni Serbandini "Bini"
Figlio di una maestra e di un ferroviere, aderì al Partito comunista nel 1938, mentre si trovava come insegnante a La Spezia. Arrestato dalla polizia fascista, Serbandini fu processato dal Tribunale speciale, che lo condannò a quattro anni di carcere. Già nel 1942 il giovane insegnante aveva ripreso l'attività politica clandestina e, dopo l'8 settembre del 1943, fu tra gli organizzatori della prima banda partigiana che si era formata sulle montagne liguri, a Cichero. Durante la Resistenza, "Bini" (questo il suo nome di battaglia, che nel 1970, per decreto del Presidente della Repubblica, poté aggiungere al cognome originario), fondò e diresse il periodico Il Partigiano. Questo foglio, dall'agosto 1944 alla Liberazione, fu stampato in quindici numeri a Bobbio, in Val Trebbia. Dopo la sconfitta dei nazifascisti, Serbandini fondò e diresse l'edizione genovese de l'Unità, che lasciò quando fu eletto deputato per il PCI. Parlamentare per due legislature, Bini è stato anche poeta. Fu lui a scrivere la motivazione della medaglia d'oro commemorativa consegnata ad Alcide Cervi, in memoria dei suoi sette figli caduti durante l'occupazione. Sulla Resistenza, Serbandini ha pubblicato nel 1961, presso Guanda, una raccolta di versi dal titolo Poesie partigiane. La decorazione al valor militare è stata concessa a Giovanni Serbandini Bini, nel 1990, con una motivazione che si conclude così: «...univa all'azione di comando e partecipazione alle operazioni partigiane, doti intellettuali di personale efficacia, nell'ambito della VI Zona operativa». Nel dicembre del 2004, la città di Lavagna, in collaborazione con la sezione locale dell'ANPI, ha deciso di intitolare a Serbandini la propria Biblioteca civica. Anche una strada di Fontanigorda (un paese dell'entroterra ligure, che fu spesso base dei partigiani), è stata intitolata al valoroso protagonista della Resistenza.