Mansueto Nassivera
Alpino dell'8° Reggimento, reduce dalla campagna di Russia dove era stato ferito in combattimento e per questo era stato decorato con Medaglia di Bronzo al V.M., Mansueto Nassivera dopo l'8 settembre 1943 torna a Forni di Sotto. In paese incontra il cugino Augusto Nassivera (link) con il quale si unisce alle prime formazioni garibaldine. Mansueto assume il nome di battaglia “Leone” e diventa in breve tempo Commissario di un distaccamento del Btg Garibaldi “Carnia” operante nella zona di Forni Avoltri. Il 26 maggio 1944 reparti tedeschi piombano sul borgo natale di Mansueto e per rappresaglia, con lanciafiamme e bombe al fosforo, incendiano le case e tutto ciò che può essere distrutto dalle fiamme. Nassivera si prodiga nel procurare beni e materiali di sostentamento per la popolazione, ed è degna di nota la sua richiesta, scritta a un collaboratore, di cercare anche dei libri per una futura biblioteca, da aprire quando il borgo fosse stato liberato (da Forni di Sotto – Un paese segnato dal fuoco, di Erminio Polo).
Il 16 giugno 1944, “Leone” e i suoi uomini attaccano di sorpresa una pattuglia di tedeschi che scendeva da Sappada (località dell'estremità nord-orientale delle Dolomiti tra Cadore e Carnia al confine tra Veneto e Friuli Venezia Giulia) e ne hanno la netta superiorità. Pochi giorni dopo però, il 24 giugno 1944, un'azione condotta sopra la galleria di Noiaris contro una colonna di automezzi tedeschi di ritorno da Paluzza gli costerà la vita, nel tentativo di salvare uno dei suoi uomini ferito. Per questo atto eroico gli verrà conferita la Medaglia d'Argento al Valor Militare alla Memoria, ma sul luogo del suo sacrificio non è mai stata posta alcuna lapide commemorativa.
Era sempre stato un uomo valoroso Mansueto. Questa la motivazione della Medaglia di Bronzo al Valore Militare per la Campagna di Russia: “Puntatore di cannone da 47/32, ferito gravemente durante un duro combattimento difensivo, con ammirevole sangue freddo, incurante del violento tiro avversario continuava impavido a far fuoco finché non riusciva a smontare un pezzo nemico che più disturbava l'azione delle nostre fanterie. – Nowo Kalitwa – Don, (Russia), 24 dicembre 1942”.
E questa la motivazione Medaglia d'Argento al Valore Militare alla Memoria per la lotta di Liberazione: “Ardimentoso e deciso combattente della lotta partigiana, già segnalato per lunga e coraggiosa attività, particolarmente si distingueva nell'attacco, condotto alla testa della sua formazione, contro 12 automezzi tedeschi. Scompigliata l'autocolonna e danneggiato il materiale già stava ritirandosi con i suoi quando gli veniva segnalato essere rimasto ferito sul terreno un partigiano. Dato ordine agli uomini di proseguire la ritirata tornava indietro da solo per portare soccorso al dipendente. Circondato dalle S.S. si difendeva bravamente ed, esaurite le munizioni, si toglieva la vita prima di cadere nelle mani del nemico. - Galleria di Piano d'Arta (Udine), 24 giugno 1944”.