Silvio Solimano
Attivo tra gli antifascisti del Tigullio, il ragazzo era stato arrestato dalla polizia. Incarcerato, era riuscito ad evadere e ad aggregarsi ai partigiani della Brigata Garibaldi "Cichero". Nonostante la giovanissima età, a "Berto" (questo il suo nome di battaglia), era stato affidato il comando di un distaccamento della Brigata. Cadde, non ancora ventenne, in Val d'Aveto, durante uno scontro con i nazifascisti. Così ne tratteggia l'eroica figura, la motivazione della massima ricompensa al valor militare: "Già noto alle polizie nazifasciste per i suoi sentimenti contrari e ribelli all'oppressore, fu tra i primi animatori del movimento clandestino. Arrestato, riusciva arditamente ad evadere e passava, sprezzante di ogni pericolo, alla lotta aperta nelle formazioni partigiane. Sabotatore audace, combattente valoroso, compiva leggendarie gesta, degne delle tradizioni della sua gente. Durante un rastrellamento effettuato da soverchianti forze nazi-fasciste, che minacciavano di accerchiamento una Divisione partigiana, alla testa di un gruppo di audaci si lanciava eroicamente contro il nemico, che sorpreso da tanto ardimento, si sbandava lasciando sul terreno morti e feriti ed abbondante materiale bellico. Nell'eroico gesto cadeva, colpito in fronte, facendo olocausto della sua giovane esistenza per la salvezza della grande unità partigiana. Fulgido esempio di strenuo valore, di altruismo e di completa dedizione alla causa". Al giovanissimo partigiano è stata intitolata una via di Genova.