Lorenzo Gennari
Dopo aver prestato servizio di leva nel 12° Reggimento bersaglieri, nel maggio del 1942 Gennari, richiamato, era diventato carabiniere ausiliario. Prestò servizio nelle Legioni di Bari, Firenze e Roma. Al momento dell'armistizio si trovava nella Capitale. Sfuggito alla cattura da parte dei tedeschi, tornò nella sua provincia, diventando uno dei primi combattenti della 37a Brigata GAP. Cadde negli scontri di Bibbiano, allorché i partigiani intervennero in appoggio dei cittadini che partecipavano alle manifestazioni di strada, organizzate dal CLN e dai Gruppi di difesa della donna, alla vigilia dello sciopero insurrezionale. La massima onorificenza al valor militare è stata conferita a Lorenzo Gennari con questa motivazione: "Comandante di una esigua pattuglia di quattro uomini, non esitava ad accettare combattimento con preponderanti forze avversarie. Accerchiato, non abbandonava la lotta e con tiro calmo e preciso di un'arma automatica, da lui azionata, teneva a bada il nemico per dar modo ai suoi partigiani di salvarsi. Gravemente ferito, cadeva esausto ma non domo sull'arma ed ai compagni, accorsi per dargli aiuto, rispondeva fieramente nel natio idioma: «Purté via la mitraglia e lassem ché me». In questo supremo atto di attaccamento al dovere e gridando «Viva l'Italia!», esalava lo spirito degno del valore della sua gloriosa 37° Brigata".