Antonello Trombadori
Figlio di Francesco (un pittore della borghesia romana), visse la giovinezza nella casa-studio di Villa Strohlfern, entrando in contatto con numerosi intellettuali dell'epoca. Fin dagli anni del Liceo si occupò di critica d'arte scrivendo per giornali studenteschi. Membro del GUF, dal 1937 partecipò ai Littoriali fascisti, ma sempre su posizioni critiche verso l'arte di regime. Dopo essersi laureato in Lettere (importanti le sue collaborazioni a La Ruota, Primato, Città, Corrente, Cinema), Trombadori fu chiamato alle armi. Mobilitato sul fronte greco col grado di tenente, rientrò a Roma nel 1941 e qui, entrato in un gruppo di giovani comunisti, con Paolo Bufalini, Romualdo Chiesa ed altri, si diede all'attività antifascista clandestina. Arrestato con i suoi compagni nel settembre del 1941, con l'accusa di aver stampato e diffuso "etichette e stelle filanti con frasi offensive per Mussolini e Hitler", Trombadori fu prosciolto in istruttoria, ma condannato, con gli altri, dal Tribunale speciale a due anni di confino. Lui avrebbe potuto evitarlo, accettando la proposta di Benito Mussolini; il "duce", tenuto conto della notorietà della famiglia Trombadori, suggeriva un pubblico pentimento del giovane, che però rifiutò ogni compromesso. Arrivo poi il 25 luglio del 1943 e, con la caduta di Mussolini, la libertà. Nei quarantacinque giorni del governo Badoglio, Trombadori riuscì a farsi consegnare armi che sarebbero servite a contrastare, sia pure senza successo, la presa della Capitale da parte dei tedeschi. Collaboratore di Giorgio Amendola, dopo l'occupazione, entrò a far parte, con Carlo Salinari, del Comando dei GAP romani. Arrestato dai tedeschi il 2 febbraio 1944, il giovane gappista ("Giacomo" è il suo nome di battaglia), è rinchiuso prima nella famigerata prigione di via Tasso e poi in quella di Regina Coeli. Riuscirà a salvarsi dalla strage nazista delle Fosse Ardeatine del 24 marzo 1944 perché, per un forte attacco febbrile, era stato ricoverato in infermeria. Il suo primo impegno dopo la liberazione di Roma, l'organizzazione della mostra L'arte contro la barbarie. Nel 1945 Antonello Trombadori, che già lavora presso l'apparato del CC del PCI, presenta la raccolta di disegni di Guttuso Gott mit uns e collabora con Roberto Rossellini e Carlo Lizzani alla realizzazione del film Roma, città aperta. Avrà poi modo di esprimere ancora concretamente la sua passione per il cinema, ma il suo impegno, negli anni, è soprattutto pubblicistico e politico. Direttore della rivista di cultura Il contemporaneo, sino al 1964, Trombadori collabora con Rinascita e diverrà poi redattore de l'Unità e inviato speciale in Vietnam. Eletto nelle liste del PCI al Consiglio comunale di Roma dal 1956 al 1968, è deputato comunista alla Camera dal 1968 al 1979; negli anni Novanta, quando ormai il suo impegno era prevalentemente rivolto alle attività di critico d'arte e di poeta dialettale, lasciò il suo partito per avvicinarsi al PSI.