Alfredo Tucci
Di famiglia viterbese benestante, si era laureato in Giurisprudenza. Prima di avviarsi alla professione aveva partecipato alla guerra 1915-18, meritando una promozione a capitano sul campo. Dopo il conflitto Tucci si era trasferito a Genova per esercitarvi la sua attività d'avvocato e, nel capoluogo ligure, aveva aderito al Partito socialista. Tucci fu tra i difensori dei socialisti e degli anarchici processati per i "fatti di Sarzana". Massimalista, l'avvocato fu escluso dal PSI nel 1924. Dopo aver aderito al PCd'I, diventò membro del Comitato regionale ligure di quel partito. Con l'emanazione delle Leggi eccezionali fasciste del novembre 1926, per Tucci si aprono le porte del carcere e poi (per cinque anni, ridotti a tre), quelle del confino. Quando l'avvocato torna a Genova, nel 1929, non potrà più, in sostanza, esercitare la professione. Riprenderà l'attività politica dopo la caduta del fascismo. Attivo nella Resistenza a Genova, passò poi a Milano, dove partecipò all'insurrezione e alla liberazione della città. Tornato a Genova nel dopoguerra, l'avvocato Tucci fu eletto consigliere comunale. Chiamato a far parte degli organi dirigenti locali del PCI, assunse poi la presidenza della Federazione provinciale delle cooperative.