Aldo Zamorani
Risiedeva con la famiglia a Cividale del Friuli e, nel gennaio del 1944, si era iscritto all'Università di Bologna. Aveva da poco cominciato gli studi di ingegneria, quando decise di unirsi alle formazioni partigiane del gruppo Divisioni "Osoppo-Friuli". Rimasto ferito due volte in combattimento, al ragazzo fu affidato, per il coraggio dimostrato, il comando di un distaccamento. Il 22 marzo del 1945, Zamorani si offrì volontario per liberare alcuni partigiani caduti in mano ai tedeschi. Mentre si preparava all'azione in una zona controllata dal nemico, fu colpito da un proiettile di mortaio.
La motivazione della MdO recita: "Diciottenne metteva il fiore della sua vita al servizio dell'Italia asservita dallo straniero. In combattimenti ed azioni innumerevoli si esponeva fra i primi ai rischi più gravi, modello di cosciente valore e sereno sprezzo del pericolo; due volte ferito ritornava alla lotta, prodigava con giovanile noncuranza la vita nelle più audaci imprese. Con nobilissimo altruismo si offriva per liberare prigionieri e condannati a morte e, mentre in zona fortemente presidiata dal nemico prelevava l'esplosivo occorrente, trovava gloriosa morte, investito in pieno da un proiettile di mortaio. Luminosa figura di giovinetto eroe". 1945".
Alla memoria di Zamorani, l'Università di Bologna ha conferito la laurea in Ingegneria "ad honorem". Un cippo ricorda il giovane partigiano ed altri caduti al Bosco del Ban, sulle montagne dell'Udinese.