Manrico Ducceschi
Ducceschi si trovava a Tarquinia quando fu proclamato l’armistizio. Inquadrato nel Battaglione allievi ufficiali del V Reggimento alpini, il giovane riuscì a sottrarsi alla cattura e a giungere a Firenze, alla cui Università era iscritto alla Facoltà di lettere. Nel capoluogo toscano, Ducceschi prese subito contatto con il Partito d’Azione e organizzò sulle alture del Pistoiese la 1a Brigata “Rosselli”, di cui divenne il comandante con il nome di “Pippo”. Questa formazione, direttamente collegata al Comando militare del Comitato toscano di liberazione nazionale, operò sull’Appennino tosco-emiliano, estendendo la propria attività in Garfagnana, nell’alto Modenese e in Val di Nievole, tanto che “Pippo” fu designato comandante della cosiddetta XI Zona militare. Per contrasti sorti con il PdA, col CLN pistoiese e anche col CTLN, i rapporti tra Ducceschi e queste organizzazioni si fecero difficili, ma questo non impedì che “Pippo” e i suoi partigiani svolgessero un’importante attività militare, soprattutto nella zona di Lucca. Col sopraggiungere degli Alleati, la formazione fu impiegata per tenere un settore del fronte sui monti della Lucchesia. Direttamente collegati col Comando alleato, ma con un proprio autonomo comando e sotto bandiera italiana, i partigiani di Ducceschi assunsero da quel momento il nome di Battaglione autonomo patrioti italiani “Pippo” e, dopo lo sfondamento del fronte, contribuirono alla liberazione di alcune città dell’Emilia, spingendosi con gli Alleati sino a Milano. Dopo la liberazione “Pippo” fu decorato con la “Bronze Star” americana. Manrico Ducceschi fu trovato,nelle prime ore del pomeriggio del 26 agosto 1948, impiccato in una camera della sua casa di Lucca. La morte del valoroso comandante partigiano fu fatta risalire a due giorni prima. Il 28 agosto a Lucca i funerali solenni di Ducceschi, con un picchetto a rendergli gli onori militari.