Romolo Fugazza
Nel 1935 era uscito dall'Accademia militare di Modena come sottotenente di Cavalleria. Sei anni dopo era passato al 132° Reggimento Fanteria Carrista e nel 1942 era stato promosso capitano nel Reggimento "Lancieri di Montebello". Dopo l'armistizio fu tra gli eroici protagonisti, militari e civili, degli sfortunati scontri per la difesa di Roma. La motivazione della Medaglia d'Oro al Valor Militare così ne tratteggia il sacrificio: "Comandante di squadrone semoventi da 75-18, in molteplici rischiosi combattimenti contro forze preponderanti per numero ed armamento, si esponeva dove maggiore era il pericolo per animare, incoraggiare e dirigere con oculata previdenza e con comprovata competenza tecnica i suoi lancieri nelle manovre di attacco, rese più ardite dall'impervio e difficile terreno. Incaricato di proteggere con il suo squadrone il ripiegamento di altri reparti, contrastava al nemico il terreno palmo a palmo, arginandone l'irruenza e fiaccandone la baldanza. Rivelatosi ormai insufficiente ogni tentativo di arrestare l'avanzata nemica e di salvare la città di Roma dalla conquista, giunto nei pressi di Porta San Paolo, ultimo baluardo per la difesa della Capitale, in un impeto di rabbia e di ribellione al fatale epilogo dell'impari lotta, quasi a sfidare ancora il nemico dal quale non si sentiva vinto, si lanciava col suo carro ed alla testa del suo squadrone contro le formazioni avversarie incalzanti, rinnovando in un'epica carica le gloriose tradizioni della Cavalleria italiana. Squarciato il suo carro da granata avversaria ed egli stesso ferito a morte, ricusava ogni aiuto offertogli dai suoi lancieri accorsi, esclamando: «Non mi toccate, lasciatemi qui al mio posto d'onore». Tempra energica e tenace di cavaliere e di comandante, esempio di altissimo valore militare". Al capitano Romolo Fugazza è stata dedicata una strada della Capitale.