Renato Pini
Dopo la scissione di Livorno aderì al PCd'I e a Roma, dove la sua famiglia si era trasferita, ne assunse la direzione della locale organizzazione clandestina. Arrestato nel 1928 scontò tre anni di confino ai quali i giudici del tribunale fascista ne aggiunsero altri, che Pini non scontò perché riuscì ad espatriare clandestinamente. Passato in Francia, in Unione Sovietica e poi negli Stati Uniti, dove fece parte della Commissione italiana di quel Partito comunista, Renato Pini svolse la sua attività politica anche a Cuba. Tornato in Italia nel 1947, fu chiamato dal PCI ad amministrare il settimanale Vie Nuove e la rivista Rinascita. Pini passò poi all'Amministrazione centrale del suo partito, nella quale lavorò per lunghi anni.