Sauro Babini
Era entrato nella Resistenza subito dopo l'Armistizio, col singolare nome di battaglia di Cetriolo. Nonostante la giovanissima età, per l'audacia e l'intelligenza dimostrate nella lotta contro tedeschi e fascisti, era diventato comandante dei GAP operanti nella zona delle Ville Disunite.
Nella primavera del 1944, durante una marcia di trasferimento con alcuni partigiani verso la base appenninica della 8ª Brigata Garibaldi "Romagna", "Cetriolo" s'imbatté col suo gruppo in un reparto nazista in località San Martino in Gattara, vicino a Brisighella. Seppur in condizioni di manifesta inferiorità, il ragazzo affrontò lo scontro. Per dare ai suoi compagni, il tempo necessario a mettersi in salvo, Babini rimase da solo a lungo con il suo mitragliatore a sostenere il combattimento. Colpito al petto da una raffica di mitra, si alzò in piedi urlando - come ricorda la motivazione della ricompensa al valore - "Viva l'Italia! Viva i partigiani!" e morì vicino alla sua arma.
Un distaccamento della 28ª Brigata Garibaldi "Mario Gordini", comandata da Arrigo Boldrini, fu subito intitolato al giovane studente. I funerali di Babini, con una grande partecipazione popolare e alla presenza del comandante "Bulow" furono celebrati, esattamente un anno dopo la morte dell'eroico ragazzo, a Roncalceci.
La sua città natale gli ha intitolato una via.