Gaetano Arfè
Non aveva ancora iniziato gli studi universitari quando, nel pieno del conflitto, decise di raggiungere la Valtellina per unirsi alla Resistenza. Nel 1944, Arfè entrò così in una formazione di "Giustizia e Liberta", con la quale si batté sino alla Liberazione.
Ripresi gli studi (si laureò nel 1948 a Napoli in Lettere e Filosofia), si specializzò in Storia presso l'Istituto italiano di studi storici. L'Istituto era allora presieduto da Benedetto Croce, col quale il giovane era entrato in contatto sin dal 1942, restandone sicuramente influenzato. Dopo la guerra, Gaetano Arfè si era iscritto al Partito socialista, del quale sarebbe presto diventato un dirigente di rilievo. Negli anni Sessanta divenne funzionario degli Archivi di Stato; poco prima gli fu affidata la condirezione della rivista socialista Mondo Operaio, incarico che mantenne sino al 1971, mentre dal 1966 al 1976, diresse il quotidiano Avanti!.
Nel 1965, ottenuta la libera docenza in Storia contemporanea, cominciò ad insegnare a Bari e a Salerno finché, nel 1973, divenne titolare della cattedra di Storia dei partiti e dei movimenti politici presso la facoltà di Scienze politiche dell'Università di Firenze. L'attività accademica di Gaetano Arfè si sviluppò contemporaneamente a quella politica, le cui tappe essenziali furono: dal 1957 al 1982 membro del Comitato centrale e della Direzione del P.S.I.; senatore socialista nel 1972; deputato nel 1976; deputato al Parlamento europeo nel 1979. Nel 1985 Gaetano Arfè lasciò il P.S.I, motivando la sua scelta nel libro La questione socialista, pubblicato nel 1986. L'anno successivo, Arfè fu eletto, a Rimini, senatore come indipendente di sinistra. Tra i tanti suoi libri e saggi, meritano qui citazione almeno: Storia dell'«Avanti!», del 1958 e, del 1965, Storia del socialismo italiano 1892-1926. Nel 1976, Gaetano Arfè ha pure fatto l'attore, rappresentando se stesso, nel film Don Milani di Ivan Angeli.
Alla notizia dell'improvvisa scomparsa di Gaetano Arfè, il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha inviato ai familiari del defunto il seguente messaggio: "La scomparsa di Gaetano Arfè mi colpisce nel profondo delle esperienze e dei sentimenti di una vita. Abbiamo attraversato insieme per decenni - a partire dalla seconda metà degli anni '40 dello scorso secolo - vicende politiche e culturali che, al di là di ogni distinzione e diversità di posizioni, ci trovarono sempre partecipi di comuni ideali e di comuni valori morali e sociali. Gaetano è stato un grande storico del socialismo italiano, un attore importante della vita democratica nazionale ed europea, un uomo delle istituzioni, un assertore tenace - all'interno del Partito socialista italiano - della battaglia autonomistica, accanto a Pietro Nenni e a Francesco De Martino, e insieme un tessitore convinto del confronto e del dialogo per una rinnovata unità delle forze di sinistra. E anche nel mutare del contesto politico, è rimasto fino alla fine un acuto e appassionato difensore del patrimonio ideale del socialismo democratico. Nel ricordo di tante discussioni e iniziative in cui siamo stati entrambi fraternamente impegnati, desidero in questo momento mettere l'accento sul più ampio riconoscimento che merita la sua figura di studioso, di parlamentare, di europeista, il suo modo limpido e schivo di fare la propria parte nella politica e nelle istituzioni. Napoli, innanzitutto, e l'Italia gli debbono questo riconoscimento".