Graziella (Lalla) Romano
Aveva partecipato alla Resistenza quando, politicamente vicina a Livio Bianco, era entrata nel movimento Giustizia e Libertà. Quella che sarebbe poi stata riconosciuta come una delle maggiori scrittrici e poetesse italiane del Novecento si trovava, infatti, durante la guerra, nel suo paese natale. Vi era riparata, con il figlio, da Torino dove insegnava storia dell'arte. Nel capoluogo piemontese aveva coltivato la sua passione per la poesia (nel 1941 aveva esordito con la raccolta Fiore) e la pittura e aveva completato, per incarico di Cesare Pavese, la traduzione dei Tre racconti di Flaubert. A Demonte, Lalla (come tutti l'avrebbero sempre chiamata e che era il suo "nome d'arte"), entrò nei "Gruppi di difesa della donna". Avrebbe, anni dopo, dichiarato in un'intervista: "Ai tempi della lotta partigiana partecipavo dalle retrovie; ho corso qualche rischio, ho avuto qualche avventura, ma non ne ho mai scritto". Una sorta di ritrosia che nel 1976 - dopo essere stata eletta consigliere comunale a Milano, come indipendente nelle liste del PCI - la porta a dimettersi perché, com'ebbe a dire, "aliena assolutamente dall'occuparmi di questioni politiche, sociali, economiche: soltanto conservo la convinzione che sono da combattere le risorgenze fasciste". Nel 1953, Lalla Romano aveva pubblicato Maria, vincitore del premio Veillon e, nel 1957, Tetto Murato, vincitore del premio Pavese per un inedito. Tra i molti romanzi, racconti, poesie di Lalla Romano ricordiamo Diario di Grecia, La penombra che abbiamo attraversato, Le parole fra noi leggere, del 1969, che ricevette il premio Strega nello stesso anno. E ancora: Una giovinezza inventata, la traduzione dell'Educazione sentimentale di Flaubert e Inseparabile (1981), Un sogno del Nord (Premio Procida 1989). Tra le ultime fatiche L'eterno presente e Dall'ombra, del 1999 (quando si è spenta nella sua casa di Brera, dove era tornata dopo la guerra, Lalla era quasi cieca). Nel 1984 la Provincia di Milano, nella Giornata della riconoscenza, aveva insignito Lalla Romano del "Premio Isimbardi".