Rodolfo Sonego
Durante la seconda guerra mondiale, quando decise di andare in montagna per combattere il nazifascismo, si credeva destinato alla pittura. Sarebbe invece diventato uno dei più geniali sceneggiatori del cinema italiano. Non a caso è stato definito l'"inventore" di Alberto Sordi e non a caso lui stesso ha detto che la sua "fantasia creatrice è nata durante la guerra con i partigiani". Proprio come "consulente partigiano" cominciò a far cinema nel 1946, con il film Pian delle stelle ed il film di Dino Risi Una vita difficile(1961, con Alberto Sordi e Lea Massari) è un po' una sua autobiografia. Sonego aveva poco più di vent'anni quando, con il nome di battaglia di Benvenuto, comandava la brigata "Fratelli Bandiera". Per arrivare sui monti natii, dopo l'8 settembre del 1943, aveva attraversato a piedi mezzo Piemonte (dove si trovava in una "compagnia di disciplina": allievo sottufficiale a Novara, era stato sorpreso a leggere le opere di Lenin e considerato non degno di partire per il fronte russo, dove tutti i membri del suo battaglione trovarono la morte), la Lombardia e parte del Veneto. Sonego ha raccontato - in un bel libro sulla sua attività cinematografica, uscito nel 2000 a cura di Tatti Sanguineti - come divenne vicecomandante della Divisione Belluno, "che era costituita di migliaia di partigiani e occupava le Alpi, il Cadore, Cortina e giù oltre Feltre e Vicenza, fin quasi a Verona": "Era morto il vicecomandante della Divisione... Mi chiamarono a prendere il posto di questo vicecomandante. Non saprei indicare un vero perché della scelta: semplicemente molti morivano e dovevano sostituirli con qualcun altro. Spesso erano morti stupide... Avevamo il comando sul monte Serva, sopra Belluno, dentro una baita nascosta dietro una roccia, con il cesso fuori a 40-50 metri di distanza. Eravamo sotto tiro e per andare al cesso dovevi chinarti perché arrivavano le mitraglie da venti millimetri, le antiaeree... Aveva chiesto di combattere con noi delle brigate Garibaldi, e quasi tutti di sinistra, un ragazzo cattolico di Venezia, un tipo che oggi definiremmo forse "integralista"... mi confessò una notte che non aveva mai baciato una donna... Un giorno, mentre parlavo con lui, improvvisamente si abbatté al suolo, colpito da una palla vagante. Una morte silenziosa e terribile."