Amedeo Tonani
Nel giugno del 1944 Tonani, che con altri giovani cremonesi non aveva voluto arruolarsi nella Repubblica di Salò, era entrato a far parte della Brigata Garibaldi "Felice Cima" dislocata in Piemonte, nella bassa Valle di Susa. Comandava un distaccamento quando, ai primi di luglio, durante un massiccio rastrellamento, riuscì a trar fuori della morsa dei nazifascisti sessanta uomini del suo reparto. Parte di questi avrebbe poi costituito, sul Monte Rognoso, il primo nucleo del distaccamento "Faleschini". Due mesi dopo, proprio gli uomini di quel distaccamento avrebbero compiuto azioni clamorose a Torino (dieci camion carichi di armi e munizioni sottratti dai depositi dell'Aeronautica d'Italia, attacco alla polveriera di Casellette). Quando, sul finire del gennaio 1945, cinquemila nazifascisti, appoggiati da carri armati e artiglieria, effettuarono in Valle Susa il più massiccio rastrellamento che fosse mai stato portato a termine in provincia di Torino, Tonani (che nel novembre del 1944 era stato nominato comandante della Brigata "Cima"), riuscì ad evitare la cattura di circa cinquecento suoi partigiani. Il giovane cremonese ("Deo" nella Resistenza) tornò poi in montagna e riuscì a riorganizzare i superstiti del distaccamento "Faleschini", il cui commissario politico (Attilio Novasconi), era stato ucciso dai rastrellatori. Alla testa di pochi uomini, il 23 marzo, Tonani, in prossimità di Favella di Rubiana, attaccò un reparto della Divisione fascista "Monterosa", mettendolo in fuga e impossessandosi di tutto il materiale. Ma sei giorni dopo, "Deo" non sarebbe riuscito a sfuggire ai fascisti. Si trovava, con pochi uomini, in una baita. L'attacco contro i partigiani fu condotto da una colonna nemica, forte di 1.200 uomini. Tonani tentò di trascinare in salvo il suo vicecomandante (Sergio Rapuzzi, pure lui di Cremona), che era stato ferito, ma fu a sua volta gravemente colpito. Rapuzzi sarebbe poi stato trovato ucciso con colpi di pistola alla testa. "Deo" si sarebbe spento il giorno dopo. Per un mese, sino alla Liberazione, la III Divisione Garibaldi ha portato il nome di Amedeo Tonani. Nel dopoguerra, la strada di Cremona dove "Deo" abitava è stata intitolata ad Amedeo Tonani.