Augusto Pettenò
Militante del Partito comunista clandestino, nel 1937 accorse volontario nelle Brigate Internazionali in Spagna. Sconfitte le forze della Repubblica democratica, Pettenò fu prima internato in Francia e poi consegnato alla polizia fascista italiana. Nel 1942 l'operaio veneziano fu confinato a Ventotene, dove rimase sino alla caduta di Mussolini. Liberato nell'agosto del 1943, fu tra gli organizzatori, col nome di copertura di "Grassi", del Battaglione "Boscarin", la prima formazione partigiana del Bellunese. Dal "Boscarin" avrebbe poi tratto origine la Divisione Garibaldi "Nannetti". Comandante del Battaglione "Venezia" della Brigata "Tollot", nell'ottobre del 1944 Pettenò fu nominato comandante del Battaglione "Felisati" (divenuto poi 31ª Brigata Garibaldi "Erminio Ferretto"), dislocato nella pianura intorno a Mestre. Dopo la Liberazione, Pettenò tornò al suo lavoro di operaio nello Stabilimento Azotati di Porto Marghera, ma continuò nell'impegno politico per il suo partito e, sino ai suoi ultimi giorni, fu molto attivo nell'ANPI e nell'ANPPIA.