Federico Chabod
Democratico e antifascista, subito dopo l'armistizio (allora insegnava storia medioevale e moderna all'Università di Milano), partecipò alla Resistenza valdostana con lo pseudonimo di "professor Lazzaro". Chabod operò a stretto contatto con il Comando della II Zona militare "Valle d'Aosta", insediato sino all'ottobre del 1944 a Cogne, preoccupandosi anche che, da parte francese, non si accampassero pretese annessionistiche verso la Valle. Allorché il Comando partigiano si trasferì a Valtournanche, il professore (che, anche seguendo gli insegnamenti di Emilio Chanoux, aveva messo a punto con alcuni amici ed esponenti del clero valligiano, un "Pronunciamento degli esponenti valdostani contrari all'annessione alla Francia"), si risolse ad impegnarsi totalmente, come rappresentante del Partito d'Azione, nel ricostruito Comitato di Liberazione Valdostano. Sconfitti i nazifascisti, Chabod fu, dal gennaio all'ottobre 1948, il primo presidente della neocostituita Regione Autonoma. Tornò poi all'attività scientifica dirigendo la Rivista storica italiana, presiedendo il Comitato internazionale di scienze storiche (1955) e diventando, nel 1958, socio nazionale dei Lincei. Tra i suoi libri più famosi, oltre agli studi sul Machiavelli, la Storia della politica estera italiana dal 1871 al 1898, del 1951, e L'Italia contemporanea 1918-1948, pubblicato da Einaudi nel 1961. Dopo la scomparsa di Federico Chabod, ad Aosta gli hanno intitolato una strada. Portano il suo nome anche un Convitto regionale per bambini; una Fondazione (costituita nel 1999 presso l'Accademia Nazionale dei Lincei, con lo scopo di "promuovere una cultura e una politica basata su principi di giustizia"); un Rifugio alpino (costruito nel Parco Nazionale del Gran Paradiso a 2.750 metri di quota).