Caterina Piccolato
Giovane socialista, nel 1918 fu attiva nelle lotte operaie torinesi e alla fondazione del PCd'I vi aderì. Assunse l'incarico del lavoro sindacale tra le donne torinesi e lavorò alla redazione del periodico La compagna. Dopo aver partecipato al III Congresso dell'Internazionale comunista, fu incaricata dal suo partito di lavorare a Milano, dove nel settembre del 1923 fu arrestata con Teresa Noce. Rilasciata e tornata a Torino, vi si ammalò e dovette essere ricoverata in sanatorio. Ma anche i problemi di salute non le impedirono di mantenere i contatti con l'organizzazione comunista clandestina. Attiva nel "Soccorso rosso", nel 1941 fu impegnata nella riorganizzazione delle file del suo partito a Torino. Dopo gli scioperi del marzo 1943, fu la sola donna entrata a far parte, con altri sei compagni, della Direzione del PCI. Nel novembre dello stesso anno, la Piccolato era a Milano, tra le fondatrici dei "Gruppi di difesa della donna" e direttrice dell'edizione clandestina di Noi donne. Chiamata a Roma dopo la Liberazione, fece parte della Consulta e fu membro della Commissione centrale di controllo del PCI e del Collegio centrale dei sindaci del partito. La Piccolato diresse in quel periodo anche la Commissione femminile della CGIL, occupandosi soprattutto della condizione delle lavoratrici delle confezioni e di quella delle collaboratrici domestiche.