Giuseppe Chiostergi
È stato uno dei più autorevoli dirigenti del Partito repubblicano italiano, in cui - ispirandosi agli ideali del socialismo mazziniano e alle tradizioni garibaldine - ha militato sin dalla giovinezza. Era ancora studente quando, nel 1911, accorse in aiuto dei patrioti albanesi, insorti contro la Turchia. L'anno successivo, per battersi a favore del popolo ellenico, partecipò ad una spedizione della Croce Rossa in Grecia. Due anni dopo ecco Chiostergi, a Palermo, tra coloro che guidavano i moti della "settimana rossa". Arrestato, il giovane repubblicano fu sospeso dall'insegnamento che aveva da poco intrapreso. Convinto, come altri militanti della sinistra di quel tempo, che la prima guerra mondiale fosse democratica e rivoluzionaria, si arruolò volontario e combatté in Francia, prima nella "Legione repubblicana italiana" e poi in un reparto regolare dell'esercito francese. Nelle Argonne, fu ferito e fatto prigioniero. Trascorsi diciassette mesi tra ospedali e campi di prigionia in Germania, il giovane fu infine internato, come grande mutilato, in Svizzera. Rimasto nella Confederazione dopo la guerra, Chiostergi visse a Ginevra sino al 1946, insegnandovi lingua e letteratura italiana nei licei e, da ultimo, all'Università. Per dieci anni, dal 1918 al 1928, anno in cui fu licenziato dai fascisti perché si era rifiutato di aderire al regime, Chiostergi fu anche segretario della Camera di commercio italiana in Ginevra. Durante la dittatura la sua abitazione ginevrina divenne un centro di raccolta e di smistamento di molti antifascisti italiani, costretti ad espatriare clandestinamente per sfuggire alle condanne del Tribunale speciale e, sempre in quegli anni, l'insegnante repubblicano fu tra gli organizzatori delle "Colonie libere italiane" e fra i promotori della "Concentrazione antifascista". Dopo la Liberazione, Chiostergi, divenuto membro dell'Esecutivo nazionale del PRI, fu deputato alla Costituente e sottosegretario per il Commercio nel primo governo della Repubblica italiana. Rieletto deputato nel 1948, è stato, per quella legislatura, vice presidente della Camera.