Livio Pittau
Faceva parte della Divisione torinese di "Giustizia e Libertà". Incaricato, alla vigilia dell'insurrezione, di portare a termine una missione, Pittau fu fermato da elementi della Brigata nera, acquartierati nella caserma Podgora. Il giovane, che era armato, riuscì a divincolarsi, ma il tentativo di fuga non riuscì. Colpito da una pallottola, il ragazzo cadde proprio all'ingresso di quello che, allora, era l'ospedale del Sovrano Militare Ordine di Malta. Soccorso immediatamente dal personale sanitario, che lo sottrasse così alla fucilazione sul posto, Pittau fu ricoverato. In un secondo momento ì fascisti si presentarono per reclamare la consegna del ferito, ma viste le sue gravi condizioni, il direttore sanitario si oppose. Ciò non valse a salvare la vita di Pittau, che morì nonostante le cure. A Livio Pittau, il cui sacrificio è ricordato in una lapide collocata al numero 14 di via Accademia Albertina, l'Università di Torino conferì la laurea "ad honorem" in Economia e Commercio.