Giuliano Pellegrini
Giovanissimo, era entrato nelle file dei liberal-democratici. Nel primo dopoguerra cominciò una costante collaborazione con Il Subalpino, quotidiano dei democratici del Cuneese, che si opponeva alle posizioni filofasciste emerse nell'ottobre del 1922 a Bologna, in occasione del congresso di fondazione del Partito Liberale Italiano. Nel 1924, Pellegrini divenne capo redattore de Il Subalpino. Poté così più facilmente schierarsi, dopo l'assassinio di Giacomo Matteotti, contro i parlamentari liberali cuneesi, che avevano dato il loro appoggio al governo di Mussolini. Durante il fascismo Pellegrini si dedicò alla sua professione d'avvocato. Si riaffacciò sulla scena politica nel 1943, dopo l'arresto di Mussolini. Entrato nel Comitato provvisorio sorto a Cuneo il 26 luglio, l'avvocato Pellegrini fece poi parte del CLN provinciale in rappresentanza del Partito liberale. Dopo la Liberazione fu capogruppo liberale nel Consiglio comunale di Cuneo, ma poi si ritirò dalla politica attiva. Nei suoi ultimi anni fu presidente onorario del PLI provinciale e collaboratore dell'Istituto storico della Resistenza di Cuneo.