Jacopo Lombardini
Cresciuto in una famiglia di cavatori di marmo di tradizioni repubblicane, era riuscito a costo di grandi sacrifici a conseguire il diploma di maestro. Interventista, durante la Prima guerra mondiale fu incaricato della propaganda tra i militari.
Più volte bastonato dagli squadristi negli anni del fascismo nascente, Lombardini non cedette mai. Convertitosi al protestantesimo, nel 1924 si laureò in teologia a Roma e, tornato a Gragnana, si diede alla predicazione evangelica vivendo di lezioni private e sempre testimoniando contro il fascismo.
Nel 1940, trasferitosi a Torino, fu istitutore in quel Convitto valdese e si prodigò per far nascere l’organizzazione del Partito d’Azione e le prime formazioni di “Giustizia e Libertà” delle quali entrò a far parte, subito dopo l’armistizio, come commissario (col nome di battaglia di “Professore”) della V Divisione alpina “Sergio Toia”. Lombardini, che non ebbe mai ad impugnare armi, fu catturato dai nazifascisti il 24 aprile 1944 a Bobbio Pellice (TO), durante un grande rastrellamento in Val Germanasca.
Oggetto per più giorni di brutali pestaggi,“Professore” fu quindi portato a Torino e, di lì trasferito nel Campo di Fossoli (MO). Un altro trasferimento a Bolzano- Gries e quindi, il 5 agosto 1944, la partenza per il campo di sterminio di Mauthausen. Lombardini resistette otto mesi alle privazioni e ai maltrattamenti, prodigandosi per sostenere materialmente e moralmente i suoi compagni di deportazione sino a che, alla vigilia della liberazione fu ucciso nelle camere a gas del Lager.
Alla sua memoria, a Gragnana hanno dedicato lapidi e scuole. Un Centro evangelico porta il suo nome a Cinisello Balsamo (MI). Nel 1962 S. Mastrogiovanni ha pubblicato per i tipi dei Quaderni del Ponte di Firenze, il libro “Un protestante nella Resistenza”, nel quale si ricorda anche la sua attività di poeta e di predicatore.