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Paolino Ranieri

Nato a Sarzana (La Spezia) il 5 settembre 1912, deceduto a Sarzana il 3 giugno 2010, sindaco di Sarzana per 25 anni dopo la Liberazione, e poi presidente dell'ANPI locale.

Paolino Ranieri è un uomo simbolo della Resistenza nelle valli Apuane e nella Valle del Magra. Un comandante partigiano cui la sua città offrì le chiavi e l'incarico di guidarla, pochi mesi dopo il suo ritorno dai monti. "Andrea" (questo il nome di battaglia del commissario politico della Brigata "Ugo Muccini), è giusto ricordarlo oltre che per i suoi meriti di partigiano, anche come sindaco di Sarzana per ben 25 anni, dal 4 aprile 1946 al 19 maggio 1971. Ranieri, rimasto orfano del padre quando aveva appena quindici mesi, ebbe un'infanzia difficile. Cresciuto dalla mamma e dai nonni, subito dopo le scuole elementari fu costretto al lavoro. Aveva vent'anni quando si iscrisse al Partito comunista d'Italia, diventando responsabile dei giovani comunisti della città. Seguendo le direttive del suo partito "sul lavoro nelle strutture fasciste", il giovane si infiltra nel Dopolavoro, riuscendo a suscitare contrasti fra dirigenti e la base. Ma l'attività clandestina di Ranieri viene scoperta e, nel 1937, è arrestato con altri 60 antifascisti di Sarzana e della vicina Arcola. Durante il processo davanti al Tribunale speciale, a Roma, dichiara pubblicamente la sua fede comunista e viene condannato a 4 anni di carcere, da scontare nel penitenziario di Fossano (CN). In seguito ad un condono, Ranieri ritorna in libertà vigilata nel marzo 1940 e subito riprende l'attività antifascista. Il 25 luglio 1943, con Anelito Barontini e altri, dà vita a una grande manifestazione per la caduta del fascismo e il 9 settembre organizza la prima resistenza armata contro i tedeschi. Salito sui monti alle spalle di Sarzana, partecipa alla costituzione della Brigata "Ugo Muccini". Nominato commissario di distaccamento e poi di brigata, a lui sono affidati compiti e missioni importanti e rischiose, sia per la lotta sui monti che nelle città. Il 4 luglio 1944, dopo un combattimento con le "brigate nere", è catturato e rinchiuso nelle famigerate celle dell'ex 21° reggimento Fanteria, alla Spezia. Ferito e torturato, dopo quattro mesi riesce fortunosamente a sfuggire alla morte, a evadere e a riprendere la via dei monti. Sarà alla testa dei partigiani che liberano la città. Dopo aver amministrato Sarzana sino al 1971, Ranieri ha presieduto la Sezione dell'ANPI e la locale Associazione perseguitati politici antifascisti e ha contribuito all'apertura, nel comune di Fosdinovo, del Museo della Resistenza di Spezia e Carrara.

(c.r.)