Virginio Zatini
Membro dell'organizzazione comunista clandestina attiva a Firenze, Zatini nell'ottobre del 1930 fu arrestato dalla polizia fascista. Deferito al Tribunale speciale con altri undici compagni, il 12 dicembre fu condannato a sei anni di reclusione. Tornato in libertà, nel 1936 Zatini accorse in Spagna, a combattere nelle file delle Brigate Internazionali.
Con la vittoria dei franchisti, il calzolaio fiorentino riparò, nel 1939, in Francia. Vi restò, internato, sino al febbraio del 1943, quando le autorità di Vichy lo consegnarono alla polizia italiana. Processato e condannato a tre anni di confino, Zatini riacquistò la libertà con la caduta di Mussolini.
Tornato a Firenze, fu tra gli organizzatori delle Squadre di Azione Patriottica della città, che nell'agosto del 1944 ebbero un ruolo di primo piano nella liberazione del capoluogo toscano e nell'immediato riavvio del funzionamento dell'amministrazione comunale.
Nel dopoguerra Virginio Zatini riprese il suo lavoro di artigiano calzolaio, nel quale eccelleva. Restò ai margini dell'attività politica del suo partito, in cui militavano i suoi tre fratelli.