Paolo Spriano
"Pillo" era il suo affettuoso appellativo familiare. Sarebbe diventato nome di battaglia durante la Resistenza, alla quale ha partecipato mentre era ancora studente universitario. La lotta di Spriano contro il nazifascismo, cominciata a Torino agli inizi del 1944, era poi proseguita sui monti e nella valli piemontesi. Nell'agosto del 1944 il ragazzo era infatti entrato nella formazione "F. Dusi" della IV Divisione "GL" operante in Valle di Susa. Dopo la Liberazione, Spriano diventa, per un breve periodo, giornalista di Giustizia e Libertà, organo del Partito d'Azione. Passa poi all'edizione torinese de l'Unità. "Combattente della libertà venuto al Partito comunista in piena, naturale continuità con l'esperienza di giovane partigiano, impegnatosi con assoluta convinzione e dedizione in tante battaglie di libertà e di progresso", ebbe a dire di "Pillo" Giorgio Napolitano, ricordandone l'opera, due giorni dopo la scomparsa di quello che è stato il più apprezzato storico del PCI. Spriano, infatti, nel 1955 si era trasferito da Torino a Roma e aveva partecipato alla stagione febbrile del settimanale Il Contemporaneo, aveva diretto per parecchi anni l'Istituto nazionale di Scienze economiche e sociali "Antonio Gramsci" e si era dedicato sempre più alle ricerche storiche e all'insegnamento universitario (nei suoi ultimi anni fu professore ordinario di Storia dei partiti politici all'Università "La Sapienza" di Roma), pur continuando a collaborare a l'Unità, a Rinascita e a riviste specialistiche. Paolo Spriano, che aveva esordito nella saggistica storica nel 1958, con la pubblicazione di Socialismo e classe operaia a Torino dal 1892 al 1913, aveva proseguito, nel 1960, con L'occupazione delle fabbriche a Torino. Seguirono gli studi su Antonio Gramsci e Piero Gobetti e, tra il 1967 e il 1975, la fondamentale opera in cinque volumi Storia del Partito Comunista Italiano. Del 1980 è il saggio su Palmiro Togliatti Il compagno Ercoli. Del 1983 è l'ampio studio I comunisti europei e Stalin. Nel 1986, Paolo Spriano aveva dato alle stampe la sua ultima opera: l'autobiografica 1946-1956/Passioni di un decennio. Nel 2003, la Sezione universitaria romana dei Democratici di Sinistra gli era stata intitolata.