Giuseppe Di Stefano
Chiamato alle armi, era addetto, col grado di tenente, al Comando della nostra IX Armata in Grecia. All'annuncio dell'armistizio si trovava ad Atene. Il giovane ufficiale si diede subito alla macchia e si premurò di organizzare un centro clandestino di lotta ai tedeschi. Da questo centro, Di Stefano faceva affluire alle formazioni partigiane greche i nostri militari sbandati, che intendevano combattere contro i nazisti. La sua attività durò soltanto poco tempo: scoperto dalla Gestapo, proprio mentre si apprestava a raggiungere a sua volta i partigiani ellenici, il tenente Di Stefano il 23 settembre 1943 fu arrestato dai nazisti che, dopo averlo rinchiuso nelle carceri Averoff e averlo torturato, lo consegnarono al Tribunale militare di occupazione. Condannato e morte con altri tre patrioti greci e con gli italiani capitano Ermanno Barbara e sergente maggiore Dino Siri, il tenente Giuseppe Di Stefano affrontò stoicamente il plotone di esecuzione al Poligono di Pankrati.