Alessandro Mamich
All'età di tredici anni lavorava già come garzone panettiere. Ciò non gli impedì di farsi, da autodidatta, una vasta cultura. Nel 1921 fu tra i fondatori del Partito comunista di Fiume e quando, nel 1927, fu assunto come operaio in una raffineria, vi diresse una cellula comunista clandestina. Nel 1937, mentre con altri antifascisti italiani e croati tentava di passare in Jugoslavia - per raggiungere di lì le Brigate Internazionali in Spagna - fu arrestato e consegnato alle autorità italiane. Scoppiata la seconda guerra mondiale, Mamich, nel 1942, organizzò nella sua fabbrica un comitato locale del Movimento di liberazione, con lo scopo di raccogliere armi e viveri per i partigiani jugoslavi. Organizzò pure uno speciale servizio d'informazioni per l'Esercito popolare jugoslavo. L'attività di Mamich s'interruppe verso la metà del 1944, quando l'operaio antifascista fu arrestato dalla polizia tedesca. Lungamente torturato, senza che i tedeschi riuscissero a strappargli informazioni, Alessandro Mamich fu tradotto da Fiume al carcere di Trieste e, infine, rinchiuso nella Risiera di San Sabba, dove fu ucciso.