Aldo Eluisi
Eluisi aveva preso parte alla guerra 1915-18 combattendo nei reparti d'assalto. Congedato, riprese la sua attività d'artista a Roma, dove risiedeva, impegnandosi subito tra gli antifascisti della Capitale e organizzando, nel 1921, squadre di Arditi del popolo. Durante uno scontro con i fascisti fu ferito con una pugnalata alla schiena, ma, rimessosi, non rinunciò a continuare in clandestinità la sua attività antifascista. All'armistizio fu tra i primi a partecipare alla lotta contro gli occupanti, battendosi valorosamente a Porta San Paolo e alla Madonna del Riposo.
Molto attivo nelle file della Resistenza Romana, Aldo Eluisi finì per essere catturato dai fascisti, ma riuscì ad evadere ed a riprendere la lotta. Durante una riunione di antifascisti cadde nella trappola preparata da un delatore. Ferito e catturato, fu lungamente torturato dalla banda Koch nella pensione romana di via Principe Amedeo. Come dice, tra l'altro, la motivazione della decorazione alla memoria, Eluisi "per diciotto giorni soffrì le più efferate torture e lo scempio del corpo; tradotto alle Fosse Ardeatine si univa nella morte agli altri eroi che hanno bagnato col loro sangue quella terra divenuta sacra alla Patria".