Giordano Cavestro
Figlio di un comunista, Giordano, quindicenne studente di scuola media, già nel 1940 aveva prodotto e diffuso, con altri democratici, un giornaletto clandestino di propaganda contro il regime. Dopo l'8 settembre 1943, il ragazzo e il suo nucleo di antifascisti diventano il centro organizzativo e propulsore del Fronte della Gioventù e delle prime attività partigiane nella zona di Parma. Nel febbraio del 1944 "Mirko" (questo il nome di battaglia di Giordano Cavestro), partecipa alla costituzione del distaccamento "Griffith" della 12ª Brigata "Garibaldi". Dopo due mesi di lotta, quasi tutto il distaccamento è catturato dai nazifascisti a Montagnana. "Mirko" è processato dal Tribunale militare di Parma il 14 aprile 1944. Condannato a morte, il ragazzo è graziato condizionalmente e trattenuto come ostaggio. Verrà fucilato il mese dopo nei pressi di Bardi (con Raimondo Pelinghelli, Vito Salmi, Nello Venturini ed Erasmo Venuti), come rappresaglia all'uccisione di quattro militi fascisti. La motivazione della Medaglia d'Oro alla memoria di "Mirko" dice: «Giovane entusiasta combattente, si distingueva più volte in azioni particolarmente importanti. Catturato dal nemico ed essendosi rifiutato di fare qualsiasi rivelazione sulla propria formazione, veniva condannato alla pena capitale. Appresa la sentenza, trovava modo di far pervenire ai compagni di lotta un fiero appello di incitamento. Affrontava il plotone di esecuzione con impavida fermezza. Puro esempio di elevato senso del dovere e di puro eroismo". Nel volume Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana si trovano due brevi missive di "Mirko" ai compagni e ai parenti, scritte poche ore prima dell'esecuzione. Dicono: "Cari compagni, ora tocca a noi. Andiamo a raggiungere altri tre gloriosi compagni caduti per la salvezza e la gloria d'Italia. Voi sapete il compito che vi tocca. Io muoio, ma l'idea vivrà nel futuro, luminosa, grande e bella. Siamo alla fine di tutti i mali. Questi giorni sono come gli ultimi giorni di vita di un grosso mostro che vuol fare più vittime possibile. Se vivrete, tocca a voi rifare questa povera Italia che è così bella, che ha un sole così caldo, le mamme così buone e le ragazze così care. La mia giovinezza è spezzata, ma sono sicuro che servirà da esempio. Sui nostri corpi si farà il grande faro della Libertà»; «Cara mamma e cari tutti, purtroppo il Destino ha scelto me ed altri disgraziati per sfogare la rabbia fascista. Non preoccupatevi tanto e rassegnatevi al più presto alla mia perdita. Io sono calmo. Vostro Giordano». Nel dopoguerra il Comune di Parma ha intitolato una via a Giordano Cavestro. Il 25 aprile 2006, al Cinema "Edison" della città emiliana, è stato proiettato il documentario Passa Giordano... passa, realizzato dal Liceo d'Arte "P.Toschi", in collaborazione con l'ISREC di Parma.