Enrico Guerriera
Tenente di Artiglieria del Regio Esercito, nel 1940 chiese di passare nei paracadutisti e fu assegnato a un reparto della Divisione "Nembo", della quale seguì le sorti in Sardegna. Dopo l'armistizio, con la costituzione del Corpo Italiano di Liberazione, Guerriera passò a comandare una batteria del Battaglione alpini "Piemonte" del C.I.L., che dipendeva operativamente dal X Corpo d'Armata britannico. Gli inglesi, nel quadro di una generale offensiva contro la "linea Gustav", manifestarono, alla fine di aprile del 1944, l'intenzione di affidare ai soldati italiani azioni di combattimento nel gruppo delle Mainarde, ai confini tra Lazio, Abruzzo e Molise. In uno scontro con i tedeschi tra Monte Marrone e Monte Mare (nel territorio del Comune di Scapoli, oggi in provincia di Isernia), l'ufficiale accorse a dare aiuto ad un reparto di bersaglieri in difficoltà e cadde combattendo valorosamente. Questa la motivazione della Medaglia d'Oro al Valor Militare, come è riportata nel sito del Quirinale: "In un momento in cui i pezzi della propria sezione non avevano immediato impiego nell'azione in corso, visto che un reparto di arditi bersaglieri si trovava duramente impegnato in un difficile settore, accorreva sul luogo, offrendosi quale semplice gregario. Dopo aver concorso efficacemente con un moschetto automatico alla neutralizzazione di ripetuti assalti tedeschi, usciva da un camminamento, nell'intento di portarsi sotto una postazione di arma automatica avversaria, allo scopo di distruggerla con lancio di bombe a mano. In questa temeraria impresa rimaneva ferito. Ciò nonostante persisteva nella sua azione e, ferito altre due volte, si trascinava ancora verso il nemico, finché veniva colpito a morte. Superbo esempio di fraternità e di altissimo sprezzo del pericolo". Nel luglio del 2005, Natalino Paone ha pubblicato un libro dal titolo Monte Marrone 1944 dedicandolo proprio a Enrico Guerriera. Allo stesso eroe della Guerra di liberazione, che prima di arruolarsi nell'Esercito aveva studiato a Milano, dove abitava in piazza Insubria, è intitolata una delle vie di Fiumicino (Roma).