Ida D'Este
Laureatasi a Ca' Foscari nel 1941, Ida D'Este ha insegnato regolarmente francese sino al 1943, anno in cui l'incontro con Giovanni Ponti, insegnante di lingue classiche al Liceo di Venezia, determina una scelta definitiva nella sua vita. Il professor Ponti, infatti, dopo l'armistizio, era diventato un autorevole membro del CLN veneziano e, in quanto tale, introdusse Ida prima nella Resistenza e poi in politica. Alla giovane viene affidato il compito di fare la "staffetta" tra i comitati provinciali di Venezia, Padova, Vicenza e Rovigo e di mantenere i collegamenti tra Ponti e Alessandro Zancan, assistente all'istituto di Farmacologia dell'Università di Padova. Nel gennaio del 1945, la staffetta partigiana cade nelle mani della polizia. Arrestata con altri membri del CLN, Ida è detenuta e torturata dalla banda Carità a Palazzo Giusti a Padova. È quindi deportata a Campo Tures, presso Bolzano. La Liberazione evita alla giovane il trasferimento in Germania. Di quest'esperienza, Ida D'Este parla nel libro "La Croce sulla schiena", un diario pubblicato dalla "Edizioni Cinque Lune" nel 1953, ripubblicato nel 1966 e, ancora, nel 1981, per iniziativa del Comune di Venezia. Nel dopoguerra, Ida D'Este, che aveva ripreso saltuariamente l'insegnamento del francese, organizza nella regione il movimento femminile della Democrazia cristiana. Prima dei non eletti nelle liste della DC, subentra come deputato al Parlamento nel 1953 e viene confermata nelle elezioni dello stesso anno. Esplica la sua attività di deputata nelle commissioni Lavoro e Previdenza e collabora con Tina Anselmi al coordinamento delle giovani democristiane. Nel 1958, quando decide di lasciare la vita politica, torna alle lezioni di francese, ma si dedica prevalentemente ad attività di carattere assistenziale. Ida D'Este ha fondato, nel 1963, l'istituto laico "Missionarie della carità", che ha come scopo il recupero delle prostitute e la tutela delle ragazze madri.