Carletto Bartolini
Era membro dell'organizzazione comunista clandestina e, nel 1943, deferito al Tribunale speciale, era stato condannato a quattro anni di reclusione. La caduta del fascismo gli aveva consentito di tornare in libertà e, dopo l'8 settembre, l'operaio antifascista si diede ad organizzare il movimento di Resistenza nel Biellese. "Fosco" (questo il suo nome di battaglia), avvicinati giovani della zona e prigionieri alleati fuggiti dai campi di concentramento, formò le prime bande partigiane, guidandole contro i nazifascisti che tentavano di salire verso l'Alpe di Noveis. Dopo essersi distinto in numerose azioni combattendo nel distaccamento "Carlo Pisacane", Bartolini, di promozione in promozione, divenne commissario della polizia partigiana presso il Comando della XII Divisione "Garibaldi".
Sorpreso durante uno degli ultimi rastrellamenti compiuti dai fascisti nella zona, Carletto Bartolini fu passato per le armi.