Adamo Zanelli
Nella rubrica dei "sovversivi" tenuta dai carabinieri, il nome di Adamo Zanelli, il fabbro di Sarsina conosciuto come "Giovanni", era tenuto in bell'evidenza dopo l'avvento del fascismo. Fu anche per questo e per poter lavorare che, nel 1921, Zanelli decise di cambiare aria. Emigrato in Francia (c'era già stato all'inizio del secolo con la famiglia, ed era rientrato in Italia con i suoi all'inizio della Prima guerra mondiale, alla quale aveva dovuto partecipare come geniere-zappatore), Zanelli lavorò come operaio a Hussigny. Lì fu ben presto eletto segretario della sezione del Partito comunista.
Per questa sua attività politica, i francesi lo espulsero. Era il 1923. Da allora Zanelli avrebbe collezionato quattro espulsioni dalla Francia, inframmezzate da passaggi in Belgio, in Lussemburgo, in Italia nel 1925 (per sposarsi), e in Svizzera.
A Basilea l'operaio italiano divenne uno dei dirigenti del Soccorso Rosso Internazionale. Zanelli riuscì ad operare in questa struttura per quasi sei anni, poi la polizia elvetica lo arrestò con l'accusa di aver organizzato passaggi clandestini di stranieri in Svizzera e di aver arruolato volontari per la Spagna repubblicana.
Processato e incarcerato a Basilea, l'operaio italiano fu quindi espulso dalla Svizzera; ma non tornò in Italia: rientrato in Francia clandestinamente (i suoi risiedevano a Parigi), riprese l'organizzazione dell'arruolamento di volontari per le Brigate Internazionali e s'impegnò per far pervenire armi ai combattenti antifranchisti. Nel 1940, dopo l'occupazione tedesca della Francia, Zanelli si adopra per fornire armi alla Resistenza, sinché non viene arrestato dalla polizia francese ed estradato in Italia. Era l'ottobre del 1942 e Zanelli fu assegnato al confino per tre anni. Fu liberato alla caduta del fascismo e tornò a Forlì, giusto per dirigervi, per due mesi, la locale Federazione comunista.
Con l'armistizio, Adamo Zanelli s'impegna nell'organizzazione - a Cusercoli (Civitella di Romagna) e Pieve di Rivoschio (Sarsina) - dei primi nuclei partigiani di quella che sarebbe diventata l'8a Brigata Garibaldi "Romagna". Anche la costituzione della 29a GAP è stata opera di Adamo Zanelli, che nel dopoguerra, dopo aver prima mantenuto l'incarico di segretario della Federazione comunista di Forlì, è stato vice segretario del Comitato regionale veneto del PCI e quindi ispettore dell'apparato centrale del partito, con funzioni dirigenti a Rovigo, Vicenza, Viterbo, Macerata, Padova, ecc. Zanelli è tornato quindi a lavorare tra l'emigrazione italiana e nel 1959, in Belgio, ha subito il suo ultimo arresto per motivi politici.