Pierino Celetto
Non aveva ancora concluso gli studi universitari a Trieste, ma già insegnava alla Scuola tecnico-industriale del suo paese natale. Alla proclamazione dell'armistizio, lasciò i suoi allievi e si arruolò in una formazione partigiana della Brigata "Osoppo". Col nome di battaglia di "Mazzini" operò inizialmente nella zona di Pielungo. Si trasferì poi a Ledis, dove fu nominato prima comandante e quindi commissario politico del Battaglione "Prealpi", col quale partecipò a numerose, audaci azioni. Cadde negli scontri durissimi che, tra il 27 e il 29 settembre 1944, i partigiani sostennero combattendo contro i nazifascisti nella località di Subiit (Attimis). Questa la motivazione della Medaglia d'oro: "Giovane ventenne animato da alto amore di Patria, vivificò con il suo ardore combattivo e con una capacità organizzativa, degna di età più matura, la resistenza partigiana nel Friuli, ricoprendo incarichi di responsabilità e di comando. Impegnato con la sua formazione in duro combattimento contro preponderanti forze nemiche e seriamente ferito ad una gamba, continuò a combattere in posto e solo più tardi consentì a farsi medicare. Febbricitante ed indebolito dalla perdita di sangue, volle tornare dopo poche ore al combattimento, animando la resistenza dei partigiani. Colpito nuovamente e mortalmente, rifiutò ogni soccorso ed ogni speranza e chiese di morire sulla linea del fuoco, dicendosi contento di avere operato per la Italia e per il suo onore. La sicurezza della sua fede e la luce del suo sacrificio brillano esemplari per tutti i combattenti e per i giovani in particolar modo". Il Comune di Gemona ha intitolato una strada, a ricordo del giovane partigiano.