Altiero Spinelli
Di famiglia piccolo borghese originaria del Meridione, Altiero riceve dai genitori un'educazione laica e apprende le prime nozioni di socialismo. Nell'autunno del 1924, mentre è iscritto alla Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Roma, aderisce alla Federazione giovanile del PCd'I e diventa dirigente per l'Italia centrale della FGCI, diretta da Giuseppe Dozza. Nel 1926 il giovane interrompe gli studi universitari, lascia la famiglia e diventa "rivoluzionario professionale". Mandato dal partito a Milano, con l'incarico di seguire le organizzazioni giovanili della Lombardia, del Piemonte e della Liguria, nel giugno del 1927 è arrestato mentre in un bar sta parlando con i dirigenti comunisti Giovanni Parodi e Arturo Vignocchi. Deferiti i tre al Tribunale speciale, per Spinelli la pena più pesante: 16 anni e 8 mesi di reclusione. Il giovane trascorre quasi un decennio in carcere e nei penitenziari di Lucca, Viterbo, Civitavecchia, dove ha modo di conoscere Umberto Terracini e Leo Valiani. Nel 1937 dovrebbe essere liberato per indulti e amnistie, ma viene assegnato al confino per 5 anni e mandato nell'isola di Ponza. Qui comincerà a concludersi la sua esperienza di comunista, tanto che sarà espulso dal partito per dissensi sull'opera e la figura di Stalin. Ma i tribunali fascisti non ne terranno conto e lo condannano al confino a Ventotene, con la motivazione che Spinelli è uno dei "capi riconosciuti del Partito comunista". È proprio a Ventotene che incontra Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni e conosce Ursula Hirschmann (che sposerà, dopo che Eugenio cadrà combattendo contro i nazifascisti). Discutendone con loro, redigerà, tra il 1941 e il 1942, il Manifesto per un'Europa libera e unita, meglio noto come Manifesto di Ventotene. Alla caduta di Mussolini, Spinelli lascia il confino, torna per pochi giorni a Roma e poi raggiunge Milano. Il 27 e 28 agosto 1943, in casa di Mario Rollier, con Ernesto Rossi, Manlio Rossi Doria, Leone Ginsburg, Vittorio Foa e altri antifascisti fonda il "Movimento Federalista Europeo". Si sposta quindi in Svizzera, di dove mantiene le fila del Movimento in Italia. Qui ritorna nel settembre 1944 e partecipa attivamente alla Resistenza. Membro della Segreteria del Partito d'Azione per l'Alta Italia, scrive per il PdA (del quale farà parte sino al 1946, quando si scioglierà), un Progetto di Piano del Lavoro. Nel gennaio del 1945 varca clandestinamente la frontiera e raggiunge Parigi per fondarvi il Comitato Internazionale per la Federazione Europea. Dal 1946 al 1963, Spinelli è segretario del Movimento Federalista Italiano e delegato dell'Unione europea dei federalisti. Dal 1967 al 1970 dirige a Roma l'Istituto Affari Internazionali, che ha fondato. Nel 1969 è consulente per le politiche europee del ministro degli Esteri Pietro Nenni. Nel 1970 è designato membro italiano della CEE (Comunità Economica Europea). Si dimette dall'incarico nel 1976, per presentarsi alle elezioni politiche in Italia come candidato indipendente nelle liste del PCI. Eletto alla Camera, è designato dal PCI a rappresentarlo al Parlamento europeo. Confermato nelle elezioni europee del 1980 e del 1984, vi presiede la Commissione Affari istituzionali. Sua è la stesura del trattato istitutivo dell'Unione Europea, approvato a larghissima maggioranza il 14 febbraio 1984. Nel centenario della nascita di Altiero Spinelli, al quale è intitolata la Scuola internazionale di studi di Torino, l'Istituto dell'Enciclopedia Italiana ha tenuto a Roma un convegno su "Il Manifesto di Ventotene, radici filosofiche e fondamenti culturali". Nella stessa occasione la Fondazione Nenni ha presentato il carteggio Nenni-Spinelli, pubblicato dagli Editori Riuniti. Anche il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha firmato un libro su Altiero Spinelli e l'Europa.