Riccardo Roberto
Dal 1902 aveva cominciato ad esercitare ad Alba come avvocato. Laico e anticlericale, dopo aver aderito al Partito socialista, prese parte attiva alla vita politica locale, soprattutto dirigendo il foglio Il sole dell'avvenire.Candidato socialista alle elezioni politiche del 1904 e del 1913, fu eletto deputato soltanto nel 1919 e l'anno dopo, con le elezioni amministrative, anche consigliere comunale di Alba. L'avvocato Roberto era diventato molto popolare tra i contadini dell'Albese, per le sue iniziative contro la vessatoria "imposta sul vino", e tra gli insegnanti, che gli erano grati per il suo impegno per migliorare le allora miserevoli condizioni dei "servitori dello Stato". Nel 1921, Roberto, al Congresso socialista di Livorno, lasciò il PSI e aderì al PcdI, iniziando a collaborare con L'Ordine Nuovodi Gramsci. Nel febbraio del 1922, l'avvocato di Alba partecipa a Mosca al Primo Esecutivo allargato della Terza Internazionale. Anni dopo, con l'avvento del fascismo, si ritira dalla politica attiva. Ciò non gli risparmia un periodo di persecuzioni, arresti arbitrari, perquisizioni. Riccardo Roberto è anche radiato per due anni dall'Ordine degli avvocati, ma non viene mai a compromessi con i fascisti, nonostante, durante la comune militanza socialista, fosse stato grande amico di Mussolini. Dopo l'8 settembre 1943 l'avvocato, ormai non più giovane, riprende nella Resistenza il suo impegno politico. Nel CLN di Alba, Roberto rappresenta i comunisti e, dopo la Liberazione, è nominato vice sindaco della città, restando poi consigliere comunale del PCI sino al 1956. Una delle strade di Alba è ora intitolata a Riccardo Roberto.