Aldo Quaranta
"Aldone", come lo chiamavano gli amici, aveva cominciato a Torino, sin dagli anni dell'Università (1930-1934), la lotta antifascista. L'avrebbe continuata durante la Resistenza e poi, con le azioni e la testimonianza, durante tutta la sua lunga vita (in "Oh sole! Oh sole! Oh sole! - Le confessioni di un uomo libero", sono raccolti alcuni degli ultimi suoi scritti). Aldo Quaranta - che è stato in gioventù un provetto alpinista, tanto da aprire nuove "vie" e da essere nominato, nel dopoguerra, segretario generale del Club Alpino Italiano - prima del secondo conflitto mondiale dirigeva a Cuneo la locale Biblioteca civica. Con la guerra fu richiamato e mandato, con il grado di capitano degli Alpini, sul fronte occidentale. Qui, anche per la sua conoscenza della catena alpina, fece parte della Commissione di armistizio con la Francia. L'8 settembre del '43 "Aldone" si trovava a Mentone; quattro giorni dopo era già ad Entraque, dove risiedevano i genitori, e chiamati attorno a sé giovani e sbandati della IV Armata, cominciò l'azione partigiana in Val di Gesso. Non passa molto tempo e Quaranta, entrato nelle formazioni "Giustizia e Libertà", assume il comando della 3a Banda del Raggruppamento "Italia Libera", poi quello della Brigata Valle Gesso "Ildo Vivanti" (sulle gesta della quale avrebbe poi pubblicato un libro, nel 1947). È il febbraio del 1945, quando il CLN affida ad Aldone un compito al limite del possibile: raggiungere il Comando alleato a Nizza, per sollecitare il lancio con paracadute di armi e rifornimenti ai partigiani, bloccati da due metri di neve. Quaranta, con una squadretta di sei volontari, calza gli sci, attraversa valli e passi alpini sotto il tiro dei nazifascisti e dopo tre giorni è in Francia. Ottiene dagli Alleati quanto serve ai partigiani e dopo altri tre giorni è di ritorno in Valle, dove il Comando generale gli affida la responsabilità della I Divisione Alpina "Giustizia e Libertà". La I Divisione controlla le Valli di Boves, Vermenagna, Gesso, Stura e Grana e di qui parte per liberare Cuneo. È il 28 aprile del 1945. Nella "provincia granda", Quaranta s'iscrive al Partito repubblicano, lo riorganizza, diventa sindaco di Entraque, consigliere regionale. Anche a lui si deve, nel dopoguerra, la collocazione sullo scalone d'onore del municipio di Cuneo della lapide, con l'epigrafe di Piero Calamandrei, che comincia "Lo avrai camerata Kesselring il monumento che pretendi da noi italiani... ". Ad Aldone è toccato poi, anche dopo il pensionamento da direttore delle funivie di Courmayeur e dalla presidenza del parco dell'Argentera, condurre per anni ed anni, non senza successo, battaglie ambientaliste in difesa delle sue montagne.