Carlo Galante Garrone
Giudice al Tribunale di Torino (era entrato in Magistratura nel 1935), fu arrestato dopo l'8 settembre dai fascisti durante un'udienza, ma riuscì a fuggire entrando in clandestinità nelle formazioni di Giustizia e Libertà, nelle quali militava il fratello Alessandro, che ne è stato tra i principali organizzatori. Alla Liberazione, il CLN l'aveva nominato prefetto di Vercelli, ma lui era poi tornato in Magistratura. Nel 1953 Carlo Galante Garrone decise di dedicarsi alla professione forense, che esercitò anche dopo una parentesi da parlamentare (nel '68 fu eletto senatore, come indipendente di sinistra in una lista unitaria). Autore di un libro di memorie, nel quale ha messo in risalto anche i forti sentimenti patriottici della famiglia (i fratelli della madre, Giuseppe ed Eugenio Garrone sono caduti nella prima guerra mondiale e sono stati insigniti di Medaglia d'Oro al Valor Militare alla memoria), ha pure scritto, sotto lo pseudonimo di Isidoro Pagnotta, una gustosa antologia, intitolata Viva il capomastro, delle contraddittorie affermazioni di Mussolini durante il ventennio fascista.